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Poggiali (RF): «I servizi alla persona come progetto di comunità»

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«L’evoluzione storica dei servizi alla persona porta oggi al superamento di politiche prestazionali individuali, in direzione piuttosto di un modo di lavorare interistituzionale e interprofessionale. Il punto di partenza è un modo olistico di vedere la tematica della salute e del benessere, letti come il risultato di una serie di determinanti sia sanitari che sociali, rispetto ai quali è necessario attivare tutte le risorse di una comunità, senza distinzioni e senza pregiudizi. Se, infatti, impegnarsi sulle politiche sociali significa fare un notevole investimento, attivare le risorse del territorio non ha assolutamente il valore di risparmio della spesa pubblica, ma piuttosto a qualificarla in quanto strategia di welfare comunitario e generativo. In questo contesto culturale la nuova figura professionale dell’infermiere di famiglia e di comunità può essere vista come l’interfaccia naturale del professionista sociale (l’assistente sociale, ma anche l’educatore) nella costruzione di progetti di presa in carico» è l’analisi di Daniela Poggiali candidata consigliera nella lista RinnoviAmo Forlì, a sostegno di Rinaldini sindaco.

«Questi ultimi debbono necessariamente lavorare con progetti di rete ed in rete, per far sì che sia una l’intera comunità ad attivarsi nei processi di cura. Politiche di welfare generativo diventano in questo modo percorsi di rigenerazione sociale, nelle quali il ruolo del Comune, in particolare del Comune referente di distretto, è fondamentale nel definire lo stile di governo, la modalità di lavoro con le altre amministrazioni comunali e con l’azienda sanitaria. Le case della comunità diventano così gli spazi di incontro con i cittadini, tra i professionisti e tra i mondi diversi del welfare. E soprattutto è lì dove si deve costruire cultura, la cultura dei servizi alla persona, che da sempre rende evidente la misura di democrazia e di libertà di una città» conclude Daniela Poggiali.