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AVS: «A un anno dall’alluvione Zattini non ha compreso nulla su cause e contromisure»

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«Il sindaco di Forlì si fa aiutare da Morrone per la presentazione del suo programma elettorale e per attaccare i Verdi, prendendo in giro gli elettori. Non ci stupisce: la nostra idea di città e di futuro è diametralmente opposta a quella della Lega Nord e di Fratelli d’Italia, che a tutti i livelli, compreso quello nazionale ed europeo, negano le cause del cambiamento climatico e cercano di contrastarne le contromisure. Pensa di distrarre l’attenzione parlando di un fantomatico progetto di seconda diga, opera che non sarebbe di sua competenza e della quale in 50 pagine del suo programma “definitivo” non è presente un solo riferimento. Ovviamente non dice né dove farla né dove trovare i soldi, è solo un maldestro tentativo di gettare sabbia negli occhi dell’elettorato. Ci viene in mente la famosa scena della monorotaia dei Simpson, una mossa per distogliere l’attenzione dalle vere esigenze della città. Se vogliamo parlare di opere, noi riteniamo fondamentale realizzare interventi per ridare spazio alle piene dei fiumi come le vasche di espansione. E poi pulire, manutenere e ridimensionare le fognature alla situazione urbanistica attuale, perché la cementificazione a ritmi insostenibili le ha rese ormai obsolete e inadeguate ai flussi di pioggia che non vengono più assorbiti dal terreno» è il commento di Alessandro Ronchi e Maria Grazia Creta di Alleanza Verdi e Sinistra Forlì.

«Se vogliamo pensare alle risorse idriche, occorre immaginare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle reti, che in provincia perdono ancora il 25% dell’acqua. Pensare a un nuovo serbatoio senza ridurre gli sprechi è semplicemente offensivo. Inoltre occorre creare serbatoi sotterranei per l’accumulo di acqua piovana e il recupero delle acque reflue per l’irrigazione e il lavaggio delle strade. Tutte cose che hanno tempistiche più immediate e ci metterebbero in sicurezza. A proposito di sicurezza, a un anno dall’alluvione perché non ha ancora riscritto il piano della protezione civile? Aggiornato dalla sua giunta nel 2021 si è dimostrato del tutto fallimentare nel momento dell’emergenza, dove non si sapeva chi dovesse prendere le decisioni, cosa dovessero fare i cittadini e quali competenze dovessero assumere gli uffici. Noi non abbiamo dimenticato che il numero telefonico da chiamare per le esigenze urgenti degli alluvionati fosse quello dell’URP, lasciato solo a fronteggiare le richieste di aiuto» insistono i due esponenti di AVS.

«Altro che comandante in capo: la sua presenza nel momento del bisogno non si è sentita affatto. Anche per questo sarebbe meglio puntare sulla collaborazione e sull’organizzazione, piuttosto che a immaginare uomini soli nelle stanze dell’amministrazione. Pensando alle necessità pratiche e immediatamente realizzabili, occorre una nuova collocazione alla sede provinciale della protezione civile, dal momento che proprio nel maggio scorso è stata allagata, annullandone le funzioni. Perché Zattini e la sua giunta non ha saputo o non ha voluto approvare un Piano Urbanistico Generale per rallentare la cementificazione, come aveva promesso nel 2019? Noi avremmo dato all’urbanistica del Comune la giusta priorità, invece di fare e disfare un monumento che gli stessi volontari hanno ritenuto di cattivo gusto» concludono Ronchi e Creta.