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Vent’anni fa la nascita dell’ospedale Morgagni-Pierantoni. Rinaldini: «Polo d’eccellenza grazie a visione lungimirante»

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Nel 2004, quindi 20 anni fa, nasceva il nuovo Morgagni, plesso all’avanguardia tecnologica e professionale del polo ospedaliero di Vecchiazzano che da allora è diventato il Morgagni-Pierantoni. Ci sono 4 nomi che voglio ricordare a testimonianza di quell’impresa modernizzatrice della quale, col passare del tempo e nonostante le difficoltà, apprezziamo sempre di più il valore e la lungimiranza. Franco Rusticali, sindaco – uno dei migliori che Forlì abbia avuto – e primario, Massimo Pieratelli, visionario direttore che guidò tecnicamente la realizzazione del polo ospedaliero, l’allora presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e Giovanni Bissoni, compianto e stimatissimo assessore regionale alla Sanità. Programmazione, attenzione al paziente, investimento in tecnologie e formazione hanno fatto e fanno del nostro ospedale un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale”. Così il candidato sindaco per la sinistra Graziano Rinaldini, in occasione del ventennale della nascita dell’ospedale Morgagni-Pierantoni.

Con l’arrivo del corso di laurea di Medicina, un sogno diventato realtà grazie all’intuizione nel 2017 dell’allora presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Roberto Pinza, e alla volontà congiunta del rettore di UniBo Francesco Ubertini, dell’amministrazione comunale, dei consiglieri regionali e dei professionisti, la nostra città si qualifica ulteriormente come città universitaria e in questo solco deve guardare al futuro, valorizzando il personale medico ad alto profilo scientifico e potenziando i servizi per le centinaia di studenti, tirocinanti e specializzandi che ogni giorno sono presenti nel polo ospedaliero, in particolare aule studio e mensa” precisa Rinaldini.

Risultati di cui andare fieri che oggi, a distanza di vent’anni, devono fare i conti con i pesanti tagli del governo e con la riduzione dei finanziamenti in rapporto al Pil passati dal 7,4% del 2020 con il governo Draghi al 6,3% del governo Meloni, percentuale al di sotto della media europea. Ecco perché i partiti della destra che guida il governo nazionale e che taglia i fondi alla sanità pubblica non possono essere credibili quando parlano di sanità del territorio, una sanità che esprime qualità grazie alla professionalità di medici, infermieri, operatori sanitari e personale amministrativo che sta dimostrando di resistere e di voler mantenere i livelli di qualità e servizio”.

La nostra sanità è frutto di una volontà che parte dal territorio, una sanità pubblica e universalistica che non lascia indietro nessuno e che a livello locale deve accelerare sugli interventi strutturali per migliorare le condizioni di assistenza ai cittadini, potenziando le risorse del pronto soccorso e completando l’ampliamento delle strutture, istituendo in tempi rapidi il Centro Assistenza Urgenza per accogliere i codici bianchi e verdi per alleggerire il pronto soccorso, mantenendo l’alto livello nel trattamento delle patologie acute e oncologiche con investimenti in tecnologie e valorizzando i primariati e le eccellenze che da sempre hanno caratterizzato il nostro ospedale. Contestualmente, occorre procedere alla realizzazione della Casa di Comunità per organizzare un’assistenza sociosanitaria più vicina ai cittadini. La sanità romagnola dovrà trovare ancora più forze per resistere alla nuova offensiva della destra che nei bilanci dello Stato stanzia meno fondi per la sanità pubblica e poi, localmente, assegna ai propri rappresentanti e candidati il compito di fingere attenzione alle richieste del territorio” conclude Rinaldini.