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Ricordando un incontro di Piercamillo Davigo a Forlì

Di Gabriele Zelli Leggilo in 2 minuti
Aggiornato: 14 marzo 2024
Ricordando un incontro di Piercamillo Davigo a Forlì

Nei giorni scorsi i mezzi di informazione hanno riportato la notizia che Piercamillo Davigo è stato condannato in secondo grado per aver rilevato segreti di ufficio quando ricopriva l’incarico di consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura. L’ex Pubblico ministero del Tribunale di Milano, che si è fatto conoscere per le inchieste portate avanti insieme ad altri magistrati ai tempi di Mani Pulite, nell’ottobre del 2016 fu protagonista a Forlì di un incontro sulla legalità promosso dall’Associazione Magistrati, di cui Davigo all’epoca era presidente nazionale. Partecipai a quella iniziativa in qualità di sindaco di Dovadola, unitamente a tutti gli altri rappresentanti degli Enti locali della Provincia di Forlì-Cesena. Nel suo intervento Piercamillo Davigo sostenne, in estrema sintesi, che tutti gli amministratori pubblici sono corruttibili e quindi potenzialmente dei malfattori e dei pregiudicati per il solo fatto di essersi messi a disposizione per ricoprire delle cariche elettive.

Anzi per il modo in cui lo sosteneva, e per le argomentazioni che portava, lasciava intendere che il malaffare in Italia era generato da una classe politica sostanzialmente di ladri, con particolare riferimento ai sindaci e agli assessori degli oltre 8.000 Comuni italiani. Ricordo di non aver abbandonato l’incontro anche in modo plateale per rispetto agli organizzatori, fra questi il Comune di Forlì. Ora che ci siano stati amministratori della cosa pubblica implicati in losche vicende è assodato dalle sentenze passate in giudicato e che non si faccia abbastanza per combattere il malaffare è sotto agli occhi di tutti. Però va anche riconosciuto che la stragrande maggioranza degli amministratori pubblici operano giornalmente con estrema correttezza, anche facendo molti sacrifici personali.

Personalmente in 34 anni di impegno nell’ambito amministrativo ho sempre agito con rigore e onestà, anzi rimettendoci sempre in termini economici. Per cui a Davigo ricordo l’antico e saggio proverbio che dice: “Chi di spada ferisce di spada perisce” e gli auguro di poter dimostrare la sua innocenza in Cassazione.

Gabriele Zelli

L'autore

Gabriele Zelli
Gabriele Zelli

Ex sindaco di Dovadola, classe 1953, dal 1978 al 1985 dipendente del Comune di Dovadola. Come volontario in ambito culturale è stato dal 1979 al 1985 responsabile della programmazione del Cinema Saffi e dell'Arena Eliseo di Forlì e dal 1981 al 1985. Coordinatore del Centro Cinema e Fotografia del Comune di Forlì. Nel giugno 1985 eletto Consigliere comunale e nell'ottobre 1985 nominato Assessore comunale di Forlì con deleghe alla cultura e allo sport. Da quell'anno ha ricoperto per 24 anni consecutivi il ruolo di amministratore dello stesso Comune assolvendo per tre mandati le funzioni di Assessore e per due a quella di Presidente del Consiglio comunale. Dirigente e socio di associazioni culturali, sociali e sportive presenti in città e nel comprensorio. Promotore di iniziative a scopo benefico. E' impegnato a valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico di Forlì e della Romagna. A tale scopo dal 1995 ha organizzato una media di oltre 80 appuntamenti annuali, promuovendo anche interventi di recupero del patrimonio architettonico di alcuni edifici importanti o delle loro parti di pregio. Autore di saggi e volumi, collabora con settimanali, riviste locali e romagnole. Dirigente dal 1998 di Legacoop di Forlì-Cesena in qualità di Responsabile del Settore Servizi. Nel 1997 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

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