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In vetta alle vendite “Anche i fascisti hanno diritti”

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Ultimo aggiornamento:

Neppure quattro giorni dalla sua pubblicazione il saggio di Francesco MinutilloAnche i fascisti hanno diritti. Settant’anni di processi al saluto romano”, con prefazione di Franco D’Emilio, edito dalla Fondazione Memoria Predappio e in vendita solo su Amazon (https://amzn.eu/d/2uv6YiS), è subito balzato in testa alle classifiche della famosa azienda di e-commerce, dunque bestseller in ben tre sezioni: Storia moderna e contemporanea, Pratiche e procedure penali, infine quella delle news sul tema della Libertà e sicurezza.

Un volume poderoso e ponderoso di 304 pagine, dal costo contenuto di 9,99 euro, che ripercorre attentamente i principali, pur sempre tanti processi, svoltisi nel nostro paese in applicazione delle leggi Scelba e Mancino; un’opera che districa l’intreccio, volutamente ed equivocamente imposto dall’antifascismo come sinonimia tra apologia del Fascismo e pericolo ricostitutivo del disciolto Partito Nazionale Fascista (PNF), da una parte, e la pretesa dei cittadini con idealità fascista, dall’altra, alla libera espressione del proprio pensiero, della propria memoria storica.

L’opera risulta sicuramente di particolare attualità dopo la recente sentenza dello scorso 18 gennaio, emessa dalla Corte di Cassazione a sezioni unite riguardo alla frequente accusa e al conseguente dibattito, processuale e non, se esternazioni, quali il saluto romano e l’appello del “Presente!”, possano interpretarsi come atti espressivi di una volontà ricostitutiva del trascorso e, oggi, proibito PNF.

I giudici della Suprema Corte hanno sentenziato che manifestazioni, espressive della gestualità rituale fascista ad esclusivo fine commemorativo, come nel caso del raduno annuale di Acca Larenzia a Roma, non possano inquadrarsi nella violazione delle leggi Scelba e Mancino perché inespressive di una manifesta volontà di ricostituzione del PNF e di finalità lesive dell’ordine pubblico o istigative alla violenza, alla discriminazione. Quindi, la legge vieta la riproposizione di un partito disciolto, ma non cancella affatto, perché incorrerebbe in una violazione costituzionale, le idealità, i valori, insomma quella visione fascista della società, pur sempre tutelata dagli artt. 3 e 21 della Costituzione, rispettivamente sulla pari dignità, uguaglianza delle diverse opinioni politiche e sulla libertà di pensiero.

In conclusione, “Anche i fascisti hanno diritti”, tra i quali quello alla libera manifestazione del loro pensiero, alla conservazione e celebrazione della loro memoria storica, più remota o recente che sia, dunque Acca Larenzia compresa; soprattutto, possono esprimere la loro fede ideale e politica con la gestualità commemorativa del saluto romano e del “Presente!” in risposta all’appello.

Vani e assurdi, perciò, “Settant’anni di processi al saluto romano”, come nel sottotitolo del saggio dell’avvocato forlivese Minutillo, patrocinante in Corte di Cassazione e più volte impegnato nella difesa di imputati per la violazione delle leggi Scelba e Mancino. Nel suo “Anche i fascisti hanno diritti” l’autore, ormai fuori da ogni impegno attivo, militante nella destra politica, riversa la sua esperienza professionale nell’analisi di temi, appunto quello dell’apologia del Fascismo e dell’eventuale, pericoloso ritorno della dittatura, che a lungo e a vuoto, sempre per volontà del liberticida antifascismo, hanno infiammato per decenni la politica italiana, anche giustificando la teoria degli opposti estremismi.

Con un linguaggio semplice ed efficace l’avvocato Minutillo ripercorre settant’anni di processi cavillosi, contraddittori, sempre con troppi se e tanti ma, mai, forse, in molti casi la piena, serena consapevolezza che davvero si fosse fatta e resa giustizia. Un libro coraggioso e provocatorio che risulta una sfida al piatto, acquiescente conformismo di tanti italiani, anche uomini di legge, al pensiero unico, dominante dell’antifascismo, sempre e comunque incombente ad ogni costo.

Franco D’Emilio