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Vignaioli Fivi, in Romagna un corso nazionale per la manutenzione del territorio

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Ultimo aggiornamento:

I vignaioli FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) si sono dati appuntamento in Romagna per aggiornare le loro competenze per una nuova manutenzione dei territori, al passo con il cambiamento climatico e volta a recuperare ogni pratica utile alla prevenzione del dissesto. Ciò che è successo in Romagna quasi un anno fa, l’alluvione e le frane conseguenti che l’hanno devastata, ha messo i vignaioli Fivi romagnoli di fronte alla consapevolezza di dover aggiornare le proprie conoscenze sulla gestione dei terreni. Da questa esigenza e volontà, nasce il corso di formazione teorico-pratico “Progettare una nuova viticoltura” partito in queste ore sulle colline romagnole, al quale partecipano decine di viticoltori indipendenti da tutta Italia.

Le motivazioni

Su 26 aziende socie di Fivi Romagna, 10 sono state danneggiate dall’alluvione. Dagli smottamenti delle rive che hanno bloccato l’accesso ai vigneti, impedendo la gestione agronomica in un’annata fortemente colpita dalla peronospora, alla perdita di parte del vigneto e relativo impianto, senza contare chi ha avuto la casa allagata, propria o dei collaboratori. Oltre ai danni che hanno messo in difficoltà la produzione, contestualmente trasporti e spedizioni verso clienti nazionali ed esteri hanno subito consistenti ritardi a causa dell’inaccessibilità alle aziende, le quali sono state colpite anche dal drastico calo delle visite e di conseguenza delle vendite. Moltissime prenotazioni sono state cancellate proprio nel periodo in cui si concentra la maggiore presenza di appassionati e clienti.

«L’alluvione ci ha messi davanti a un interrogativo: come potevamo riprendere il contatto con il nostro territorio? – spiega la delegata Fivi romagnola Elisa MazzavillaniServe una consapevolezza d’insieme gestita collettivamente e non improvvisata con misure emergenziali ed è proprio su questo che verte la campagna FIVI per i “Custodi del territorio”. Ma volevamo anche mettere in campo prima possibile qualcosa di più pratico per partire da noi, dal contatto con la nostra terra, senza la presunzione di conoscere e sapere già tutto. Era necessario riguardarla con un occhio più allenato e formato da persone che sanno come leggere il terreno e quelle avvisaglie che noi col tempo non abbiamo più avuto modo di sperimentare, che magari i nostri nonni già praticavano nella manutenzione ordinaria, ma di cui noi forse abbiamo perso l’abitudine. Ci siamo rivolti come delegazione a FIVI nazionale che ci ha risposto con questo corso allargato dalla dimensione geografica limitata che ha toccato il cataclisma, al resto del Paese. Ci si è resi conto, infatti, che questa è una necessità di tutto il territorio italiano».

Il corso

I vignaioli Fivi romagnoli hanno quindi deciso di prepararsi alla nuova gestione che il territorio chiede, sia in conseguenza del cambiamento climatico, ma anche dell’uso o dell’abbandono che del territorio agricolo stesso è stato fatto, per adattarsi ma anche per imparare a prevenire i danni salvaguardando così la propria stessa esistenza. A questo scopo, una trentina di viticoltori da Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia, Sardegna, Basilicata si sono messi letteralmente sui banchi per tre giorni (il corso è iniziato lunedì 19 e dura fino a mercoledì 21) per seguire al mattino le lezioni di tre docenti: Stefano Lorenzi, arboricoltore, Lorenzo Costa esperto di permacultura, Martina Broggio agronoma ed esperta di fertilità dei suoli, per poi fare osservazione diretta e pratica in vigna al pomeriggio. Le sedi del corso sono la cantina Marta Valpiani a Castrocaro per la prima giornata e la sala Iat di Bertinoro e le vigne dei soci di quel territorio per le altre due giornate.

La campagna “Custodi del territorio”

I vignaioli che seguono in prima persona tutta la filiera artigianale della produzione del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento e alla vendita, come i vignaioli Fivi fanno, hanno nel territorio la loro risorsa principale, poiché è il terreno ciò che caratterizza i loro vini. Per questo il loro lavoro quotidiano di cura e manutenzione contribuisce a rendere il territorio stesso più sicuro. La loro presenza, in un panorama agricolo che ha visto un progressivo spopolamento e abbandono delle campagne dagli anni Sessanta in poi, è quindi fondamentale per la cura e la manutenzione utili a prevenire il dissesto. I vignaioli Fivi rivendicano questo ruolo e chiedono che venga riconosciuto. Per questo hanno lanciato la campagna “Custodi del territorio” (che può essere sostenuta anche con una firma alla petizione sulla piattaforma change.org) che vede impegnate le delegazioni locali Fivi nella raccolta firme su petizioni che saranno consegnate ai presidenti dei consigli regionali. Fivi vuole così sollecitare le Regioni ad adottare la legge nazionale che istituisce la figura dell’agricoltore custode dell’ambiente e del territorio, recentemente approvata in Parlamento, attraverso un processo partecipativo di tutti gli attori del mondo agricolo, in modo che la figura dell’agricoltore custode del territorio non rimanga solo un’enunciazione formale ma possa realizzarsi concretamente. Info e contatti: romagna@fivi.it.