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Rientro pomeridiano. Casara: «Dalla sinistra solo tanta disinformazione e strumentalizzazione»

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Comprendo e giustifico la profonda inesperienza di Graziano Rinaldini su un tema così delicato e complesso (leggi cliccando qui) che, a Forlì, coinvolge più di cinquecento bambini. Quando si parla di servizi educativi e scuole per l’infanzia lo si deve fare con grande consapevolezza, non ‘per sentito dire’. Diversamente, si rischia di dequalificare la tematica, prestando il fianco a facili strumentalizzazioni”. L’assessore Paola Casara replica così alle inesattezze diffuse dal candidato della sinistra in merito alle nuove disposizioni del Comune sul servizio pomeridiano reso dalle scuole materne comunali.

Per prima cosa – aggiunge l’assessore – va detto che la decisione di rimodulare il servizio di uscita pomeridiana dei più piccoli è figlia di un lungo percorso interlocutorio con le famiglie, gli educatori e la stessa Consulta dei genitori. Le nuove modalità di fruizione del servizio di prolungamento pomeridiano, infatti, oltre a essere largamente diffuse in tutta la Regione, sono state discusse già lo scorso anno all’interno del coordinamento e della commissione pedagogica, per poi approdare all’ordine del giorno della Consulta dei genitori lo scorso novembre. Non solo, quest’Amministrazione ha riconvocato la Consulta all’inizio di febbraio e ha previsto un nuovo momento di approfondimento i primi di marzo con la commissione pedagogica”.

Sotto il profilo del metodo, dunque, è assolutamente falso e strumentale dire che è mancato un percorso condiviso con le famiglie e un confronto con la Consulta. Di questo, come di molti altri aspetti riguardanti le politiche educative del Comune di Forlì, Rinaldini dovrebbe informarsi adeguatamente se nutre legittime velleità amministrative. Nel merito, le ragioni che hanno portato a questa decisione sono numerose e riguardano le condizioni di sicurezza dei bambini e del personale e la necessità di migliorare l’organizzazione delle attività didattiche pomeridiane. Il servizio pomeridiano nelle scuole dell’infanzia, peraltro, è da sempre legato all’attività lavorativa dei genitori (regolamento approvato in consiglio comunale a decorrere dal 2008 e successive modificazioni) e non vi si può accedere se non previa presentazione della documentazione sottoscritta dal datore di lavoro che attesta l’orario lavorativo dei genitori. Non si tratta di una novità, ma di un obbligo di legge”.

Al netto di queste considerazioni – conclude l’assessora – è importante sottolineare come la nostra rete delle scuole dell’infanzia sia caratterizzata da una grande flessibilità, da servizi di altissima qualità e da equipe educative modulate sulle esigenze dei singoli bambini e su quelle delle rispettive famiglie. Per queste ragioni, Forlì è da sempre un modello per la comunità educante e un punto di riferimento su scala nazionale. Lo abbiamo ricordato anche nel corso delle tre giornate di studio e approfondimento su Gianni Rodari. Chi afferma il contrario pecca di una grave superficialità informativa”.