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Non voto un candidato sindaco comunista col Rolex
Di comunisti veri, insomma quelli tanto nostalgicamente cantati da Antonello Venditti nella sua “Comunisti al sole”, ormai ve ne sono davvero pochi, una razza politica in lenta via d’estinzione; numerosi, invece, i cosiddetti “Comunisti col Rolex”, celebrati da un brano musicale di J-Ax e Fedez, praticamente coloro che al tempo stesso mostrano di essere benestanti, ma si dichiarano pure politicamente di sinistra, quindi vicini ai problemi dei meno abbienti. In conclusione, sì comunisti, sì di sinistra, ma in modo radical-chic tra tanti agi salottieri e, soprattutto, a spese del fondo schiena altrui.
Graziano Rinaldini, candidato sindaco di Forlì per la sinistra alle prossime amministrative di giugno, è proprio il classico “comunista col Rolex”, cittadino facoltoso, manager del sistema cooperativo, dunque amministratore di tanto potere economico, funzionale alla sinistra politica, in conclusione un vero compagno della nomenclatura.
I partiti grandi e piccoli, seri e risibili del centrosinistra forlivese lo hanno designato loro candidato sindaco nel corso di un tavolo di vertice, al quale il diretto interessato non ha partecipato: troppo preziosa la risorsa della sua figura e, molto probabilmente, se l’accordo non ci fosse stato, nulla avremmo saputo del fiasco della sua candidatura.
La verità, comunque, è che Rinaldini sia un candidato toppa, la pezza al culo di un Partito Democratico senza più identità, ondivago, ormai nelle mani della pasticciona Elly Schlein e sempre più disertato da compagni in buona fede: diversi suoi esponenti hanno rifiutato la candidatura a sindaco di Forlì, intuendo come la cosa si sarebbe per loro risolta in un possibile tonfo. Poi, ormai nelle vesti certe di candidato sindaco, Graziano Rinaldini ha sinora rivelato e rivela solo il pregio di spargere al vento tanta noiosa fuffa di chiacchiere, nessun riferimento ad un progetto concreto per la città.
Perché mai dovremmo votarlo? Forse, per la solita illusione acchiappacitrulli della sinistra che con un coniglio fuor dal cilindro vuol far credere di aver trovato la soluzione alla sua claudicante politica locale? La sinistra forlivese non ha piedi saldi a terra perché cocciutamente desiderosa di volare alto, ferma nell’assurda convinzione che non volino affatto gli asini del centrodestra, ma soltanto gli elefantini pingui alla Dumbo del suo schieramento: peggio di così!
Date retta, nella consapevolezza cosa possa significare lasciare la via vecchia per la nuova meglio stare sul sicuro, turarsi il naso e votare Gian Luca Zattini: Forlì non ha proprio bisogno di un salto nel buio!
Franco D’Emilio