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In Consiglio comunale a Forlì urge un chiarimento sull’evento TedX

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Alla fine, sui giornali locali, ma col rischio che la cosa possa assumere contorni anche più vasti, è esplosa la notizia di talune ombre che parrebbero adombrare la gestione dell’evento TedX, manifestazione culturale quest’anno alla sua seconda edizione, prevista, appunto, sabato 3 febbraio al Teatro Diego Fabbri.
Tutto nasce da legittime e motivate considerazioni critiche, in modo informato e dettagliato espresse in una sua nota da Maria Grazia Creta, esponente di Europa Verde e già assessora al Comune di Forlì, contro l’attuale assessore forlivese alla cultura, Valerio Melandri, ritenendolo in una posizione dubbia circa il suo ruolo nell’organizzazione e cura dell’evento in questione.

La rappresentante di Europa Verde, svolgendo il suo compito di antagonista e attenta osservatrice dell’operato della maggioranza, in questo caso l’attività dell’assessore Melandri, ha colto alcuni aspetti contradditori e grigi: innanzitutto, una confusione se non una commistione ad hoc tra il ruolo di pubblico amministratore e quello di privato operatore culturale; poi, l’affiorare di una realtà, riconducibile ad un possibile conflitto d’interesse; ancora, sempre in questa vicenda, l’intreccio operativo di diversi soggetti, individuali o societari, non sempre cristallino perché anche illogico nella sua condotta, tipo prima chiedere e, successivamente, rifiutare un contributo comunale di 2.000 euro.

Ritengo, e non certo per simpatia politica verso Maria Grazia Creta, che tutta questa vicenda, relativa alla manifestazione TedX, ora balzata alle prime pagine della cronaca forlivese, debba chiarirsi nell’ambito del Consiglio Comunale, quindi di un confronto pubblico tra maggioranza ed opposizione, assicurando ad entrambi l’accertamento della verità e della trasparenza amministrativa.

L’assessore Melandri e altri, devo dire oltre misura stizziti e precipitosi, già hanno annunciato di riservarsi il diritto di intraprendere azioni legali contro l’esponente di Europa Verde, le cui affermazioni, “oltre a mettere in dubbio la mia (n.d.a: quella dell’assessore Melandri) professionalità lavorativa, offendono e ingiuriano tutta la macchina organizzativa e tutti i membri dello staff che, con passione e a titolo gratuito, realizzano l’evento”.
Via, su, non agitiamo una tempesta in un bicchier d’acqua! Dobbiamo davvero portare in tribunale le carte di un legittimo confronto tra maggioranza ed opposizione ovvero, per dirla alla Benedetto Croce, tra la prassi amministrativa e quella di controllo?

Se i sospetti sono infondati, se non sussiste alcuna ombra o dubbio oppure equivoco o, ancora, pasticcio gestionale, perché trincerarsi nella lungaggine di un procedimento giudiziario? Nell’interesse di tutti i cittadini forlivesi si faccia subito chiarezza nel Consiglio Comunale, sono convinto che una tale opportunità possa stabilire ragioni e torti col massimo della trasparenza e della dignità della politica.

E l’assessore Melandri, sicuramente consapevole del proprio ruolo di pubblico amministratore, deve accettare questo chiarimento, diversamente dimostrerebbe solo di sottrarsi al confronto e al giudizio con tutto il Consiglio Comunale: la cultura non ha affatto bisogno di tutelarsi attraverso il protagonismo intransigente e permaloso di un suo assessore, contrario che subito emerga la verità, qualunque essa sia.

Franco D’Emilio