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Cresce l’attesa per la Segavecchia 2024
A Forlimpopoli cresce l’attesa per la Segavecchia 2024, l’evento che ha reso celebre la cittadina romagnola nel corso dei secoli. Dal 2 al 10 marzo, la città artusiana si trasformerà in un vivace palcoscenico di festa. La Segavecchia è una tradizione radicata da tempo immemorabile, una celebrazione che giunge a metà Quaresima, culminando con il taglio dell’enorme fantoccio della Vecchia, un rito propiziatorio con cui vengono allontanati simbolicamente i mali dell’anno precedente.
Per 9 giorni, la Segavecchia 2024 offre una ricca proposta di eventi ludici e culturali, progettati per soddisfare i gusti di tutti i partecipanti. L’evento include la classica sfilata, con l’aggiunta di carri provenienti da fuori Comune e gruppi mascherati a piedi.
Il corso mascherato di quest’anno sarà composto da 4 carri realizzati a Forlimpopoli e 4 provenienti da fuori. Vi saranno poi i gruppi a piedi, le cui iscrizioni sono aperte fino al lunedì 4 marzo. La festa non è solo un’occasione di gioco, musica e divertimento ma rappresenta anche un prezioso mezzo per trasmettere alle nuove generazioni le antiche tradizioni della Romagna e i valori dell’incontro e della socialità. Durante i giorni della festa di Quaresima, Forlimpopoli si veste di suoni, luci e colori, attrattivi per migliaia di persone che si riuniranno nelle vie e nelle piazze.
La partecipazione attiva della comunità, insieme alle istituzioni locali, dipendenti comunali, forze dell’ordine, protezione civile, associazioni e gruppi, contribuisce al successo della Segavecchia, rendendola uno degli eventi più attesi e amati della Romagna. Contrariamente ad altre manifestazioni, l’ingresso alla Segavecchia 2024 rimarrà a offerta libera, permettendo a tutti di partecipare senza alcun costo di ingresso. Oltre alle iniziative programmate, la città offre ai visitatori la possibilità di esplorare le sue attrattive storico-artistiche, tra cui la Rocca Albornoziana o Ordelaffa, la Basilica di San Rufillo, il Museo Archeologico Civico “Tobia Aldini”, la Chiesa dei Servi e Casa Artusi.