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Forlì

Case di riposo, il deciso ‘no’ dell’Ugl Emilia-Romagna all’aumento delle rette

Di Tommaso Di Lauro Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 11 dicembre 2025
Case di riposo, il deciso ‘no’ dell’Ugl Emilia-Romagna all’aumento delle rette

La Regione Emilia-Romagna ha aumentato le rette delle residenze per anziani (case di riposo e strutture protette convenzionate) di 4,10 euro al giorno, 123 al mese, complessivamente 1.500 euro l’anno. Interessati dal provvedimento le famiglie di 16.000 anziani e 2.000 disabili che – già dal mese di gennaio – si troveranno a pagare, di fatto, una mensilità in più ogni anno. Rette aumentate dell’8,2% dopo uno stop ai rincari delle tariffe durato 15 anni.

L’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi, ha motivato questi rincari come una necessità per evitare la chiusura dei servizi, con i gestori che affermavano di non riuscire più a coprire i costi, a fronte di un grave sotto-finanziamento nazionale. Addossando sostanzialmente la colpa degli aumenti delle rette delle Cra e dei Csrr (Case residenza anziani non autosufficienti e Centri socio riabilitativi residenziali per disabili) al governo.

E noi come sindacato attento alle condizioni socio-sanitarie delle persone più deboli diciamo che si poteva e doveva agire in altro modo e con maggiore analisi del problema. A partire dalla verifica puntuale dei costi sostenuti e della qualità del servizio offerto effettivamente dalle società accreditate a gestire le ex Rsa e le Case protette. Si poteva e doveva istituire tavoli di studio e concertazione con tutti gli enti coinvolti in ambito locale, a partire dai Comuni, per verificare prima di procedere in autonomia agli aumenti alla verifica della situazione economica dei più disagiati al fine di tutelare e garantire al massimo la platea di chi non potrà sostenere i ricari. Tanto più che alcuni Comuni (Forlì, per esempio) e alcune Conferenze Territoriali Socio-Sanitarie (quella della Romagna) avevano chiesto una sospensiva”: commenta il segretario di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

Il sindacato ribadisce che: “non può e non deve in alcun modo essere fatto ricadere sulle spalle delle famiglie e delle categorie sociali più fragili l’aumento delle rette a carico di anziani e disabili ricoverati nelle strutture protette a causa di maggiori costi sopportati dai gestori alle prese con l’aumento dell’inflazione e delle materie prime. L’inflazione che corre e i costi di energia e delle materie prime alle stelle gravano anche sull’economia familiare dei cittadini. Colpiti, alla pari delle imprese, dai rincari”.

E il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua, conclude lanciano un appello al governatore Bonaccini: “Nel novembre scorso la stessa Regione ha comunicato che il Fondo per la non autosufficienza – pari a 500 milioni – è aumentato di altri 18 milioni di euro, riteniamo che si possa attingere a queste risorse per compensare l’aggravio dei costi nei servizi pubblici erogati a favore delle persone più fragili. Auspico un ripensamento e l’avvio di un immediato confronto. Noi faremo la nostra parte, come sempre, in difesa delle categorie più deboli”.

L'autore

Tommaso Di Lauro
Tommaso Di Lauro

Classe 1963, diploma in Ragioneria, iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti dal 1994. Appassionato di giornalismo e social network ha collaborato come giornalista pubblicista per la Gazzetta di Forlì, per la Gazzetta dello Sport, Corriere di Forlì e dal 2000 fino ad aprile 2013 per Il Resto del Carlino di Forlì. Da luglio 2011 è direttore di 4live.

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