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Ambientalisti: “Occorre cambiare il modo di concepire il centro storico”

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«Le Amministrazioni che negli ultimi decenni si sono susseguite alla guida della città hanno impegnato risorse, commissionato ricerche, investito in eventi, per provare a dare nuova linfa vitale al cuore storico. Grossi finanziamenti hanno permesso di recuperare fabbricati di grande pregio per trasformarli non solo in attrattori di interesse per la comunità locale ma in veri e propri riferimenti territoriali. Malgrado ciò la percezione della cittadinanza è che il centro storico non abbia ancora ritrovato un vero sviluppo sociale, economico e culturale e la prospettiva è quella dell’abbandono e di un progressivo degrado. Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste (Taaf), più volte ha ribadito che occorre cambiare il modo di concepire il centro storico che è lo spazio più importante della città, ne deve rappresentare il suo cuore e il suo volto, un valore culturale e storico che è necessario proteggere dall’invecchiamento e dal traffico che ne aumenta l’inquinamento. Le possibilità di recupero sono molte e diverse, il fine deve essere quello di risanare e restaurare le abitazioni o di riusare gli edifici in modo che gli abitanti, i negozi, le attività crescano e non si allontanino, come sta succedendo da anni» si legge in una nota del Taaf.

«Il centro deve essere disegnato per le persone e non per le auto che portano inquinamento. Pur arrivando in auto a 50 metri dalla Piazza Saffi, la situazione del centro non è assolutamente migliorata. Il centro storico deve diventare un’isola artigianale e commerciale naturale, luogo piacevole e rilassante dove svagarsi e fare acquisti, dove poter passeggiare o andare in bicicletta senza riempirsi i polmoni di smog, dove è possibile stare seduti al tavolino di un bar e fare due chiacchiere, dove si possono ammirare angoli verdi, o dove ci si può rilassare seduti su una panchina. Occorre un provvedimento prioritario, dettato dalla necessità di salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini riducendo l’inquinamento urbano, di garantirne la qualità della vita, di restituire il centro ai suoi abitanti e, non ultimo, di rilanciare il commercio» continuano gli ambientalisti di Forlì.

Secondo il TAAF si deve prevedere la trasformazione del centro della città in una vasta area pedonale chiusa ai mezzi motorizzati privati, allineandosi al processo irreversibile che coinvolge ormai le principali città italiane ed europee, che con queste misure hanno da tempo creato le condizioni per la libera circolazione dei pedoni e delle biciclette e il recupero della vivibilità degli spazi prima divorati dalle automobili. I contorni della zona pedonale dovrebbero essere quelli delineati dalla conformazione del centro che comprende i cinque corsi (Repubblica, Mazzini, Diaz, Regnoli, Garibaldi) e istituiti parcheggi periferici (alcuni sono già funzionanti) da dove partono navette elettriche gratuite per la piazza. In questi parcheggi vanno posizionate colonnine per la ricarica delle auto elettriche.

«Camminare a piedi fa molto bene alla salute, non in mezzo alle auto ma passeggiando, osservando le vetrine dei negozi e favorendo gli acquisti. I negozianti del centro, che si differenziano dagli anonimi centri commerciali in quanto basano la vendita sull’interrelazione con il cliente, sono particolarmente sensibili al problema del traffico. Si deve dare nuova vita al centro, liberando le strade e alcune piazze dalle auto, creando zone verdi con aiuole, alberi, fioriere, panchine, dehors, segnaletica per musei e palazzi storici, cartelli che descrivono percorsi guidati ai luoghi d’arte. Occorre che l’Amministrazione comunale preveda incentivi, affitti più bassi e finanziamenti per le attività commerciali e artigianali. Assieme ai negozianti disegnare progetti per percorsi degustativi con prodotti locali, sfilate di moda per mostrare i capi di alcune aziende artigianali, mercatini, mostre, visite guidate, spettacoli o concerti organizzati dai giovani, percorsi naturalistici e didattici. La cura e lo sviluppo della nostra identità enogastronomica e manifatturiera: vino, cibo e filiera alimentare controllata e di qualità sono un elemento di sviluppo dell’intero territorio e un baluardo del valore economico. A Forlì vi sono laboratori artigianali che producono cosmetici, abbigliamento, bigiotteria, gioielli, prodotti alimentari che esportano in altre città: potrebbero venderli anche in centro in siti appositi. In questo modo il cuore della città potrà riscoprire la cultura della passeggiata. Il Taaf fa presente che sta crescendo nelle persone la ricerca dell’autenticità, della riscoperta dell’artigianato, del manufatto, dei sapori veri della cucina locale. Basta con le chiacchiere, le proposte ci sono, occorre solo la volontà di metterle in pratica» concluono.