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Pomeriggio in poesia con Colonna e Zattoni al Mondadori Bookstore di Forlì

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Ultimo aggiornamento:

Venerdì 1° dicembre, alle ore 18,00 al Mondadori Bookstore di Forlì, in corso della Repubblica 144, nell’ambito della rassegna “Incontro con gli autori”, Marco Colonna e Matteo Zattoni presenteranno: “Questo ricordo è un’isola” e “I figli che non tornano”, le loro ultime raccolte di poesia pubblicate dalla stessa casa editrice Italic Pequod. I due autori, in dialogo con la giornalista e operatrice culturale Maria Teresa Indellicati, racconteranno il percorso che li ha portati a trovarsi in un evento condiviso, parleranno degli argomenti che attraversano i loro versi e come, e se, si rispecchiano nella realtà dei nostri tempi.

Sono sicuro che nel dialogo tra noi ci sarà spazio per esercitarci nei quesiti che rendono il dibattito culturale così stringente quando si parla di Poesia. Quale spazio occupa questa Musa nelle odierne strutture letterarie, sociali e umane? Quale ruolo oggi è affidato al poeta? E il suo peso specifico nello scenario editoriale? Domande ricorrenti. In fin dei conti quelle che si poneva già Montale nel 1975 nel suo discorso di ringraziamento per il Nobel della letteratura. Da parte mia racconterò come è nata la mia ultima silloge e come la mia terra madre, la Sicilia, abbia ispirato fino all’ultima strofa di “Questo ricordo è un’isola”. Pur essendo l’Isola di cui parlo nel testo nient’altro che una metafora. Un luogo che non esiste”: spiega Marco Colonna, giornalista, scrittore e promotore culturale.

Nel dibattito in corso sui confini tra umano e post-umano, tra intelligenza artificiale e intelligenza vivente – sottolinea Matteo Zattoni – ritengo che l’atto poetico in sé e il suo deposito in un libro costituiscano due formidabili segnali di resistenza dell’umano, pur nella fragile provvisorietà e imperfezione della sua voce. Nel libro “I figli che non tornano” racconto della prima generazione dal dopoguerra ad oggi che, diversamente da quella dei padri e dei nonni, deve fare i conti con un orizzonte ricurvo e problematico, con la prospettiva concreta di un peggioramento delle proprie condizioni di vita, minacciate dalla concomitanza di più fattori (crisi economiche globali, effetti del cambiamento climatico e, più di recente, guerre e pandemie) nonché da un certo sfilacciarsi del tessuto sociale e valoriale che per oltre settant’anni si è ritenuto a torto o a ragione la cifra dell’Occidente. In questo contesto di profonda incertezza la mia poesia mira a tornare alle radici, personali e familiari, per fare un viaggio a ritroso in ciò che di più autentico ed essenziale noi, “figli” di questa civiltà, sentiamo di dover preservare dalla sottrazione”.
Incontro aperto al pubblico.