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Emergenza abitativa. Forlì & Co: “Servono risorse e azioni concrete per potenziare l’edilizia sociale”

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Il dibattito in corso sul nuovo regolamento per gli alloggi Erp ha riportato al centro dell’attenzione la dimensione strutturale che l’emergenza abitativa assume nella nostra città e nel Paese. Da troppi anni infatti l’Italia ha rinunciato a mettere in campo una politica abitativa per assicurare il diritto alla casa per tutti i cittadini, a partire dalle fasce in difficoltà economica e sociale. Stime recenti indicano in 600.000 il numero delle case Erp mancanti a livello nazionale, ed è ridotta anche la presenza di abitazioni a canone concertato e contenuto. Anche le esperienze di co-housing, che permettono a persone sole (ad es. anziani) di accedere ad appartamenti del medesimo complesso immobiliare, mantenendo la propria autonomia ma gestendo in comune una serie di servizi sono purtroppo estremamente limitate rispetto alla domanda potenziale; tuttavia l’ennesima revisione del Pnrr decisa dal Governo ha sottratto ulteriori 4,5 miliardi all’edilizia residenziale. Chi paga il conto di questa assenza delle istituzioni sono le migliaia di famiglie a basso reddito per le quali l’accesso alla casa ad un prezzo accessibile è ormai divenuto proibitivo” è commento di Federico Morgagni di Forlì & Co.

Forlì è tutt’altro che immune da queste dinamiche. Nella nostra città le domande in graduatoria per l’assegnazione degli alloggi Erp sono circa a 900, le liste d’attesa dei richiedenti della Fondazione Abitare superano i 600, e aumentano gli sfratti per morosità a causa del costo dei canoni di locazione. La gravità dell’emergenza abitativa è tale da ripercuotersi anche a livello economico, e numerose aziende segnalano l’impossibilità di reperire il personale necessario da fuori dati i costi proibitivi degli alloggi. Una problematica specifica riguarda poi la popolazione studentesca, le cui difficoltà di accesso alla casa sono tali da mettere a repentaglio il diritto allo studio. Di fronte a questa emergenza, la risposta del Comune è di gran lunga insufficiente. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale pubblica, la decisione, colpevolmente tardiva, di mettere a disposizione risorse per la manutenzione di una parte degli alloggi Erp sfitti in attesa di sistemazione, non può nascondere la mancanza strutturale di nuovi interventi edificatori. Alla Giunta è mancata la volontà di destinare risorse adeguate al tema della casa e di costruire una progettualità capace di rispondere al bisogno con azioni innovative su più fronti” insiste l’esponente di minoranza.

La messa in campo di idee e azioni per l’emergenza abitativa deve stare al centro dell’imminente confronto elettorale e essere obiettivo di primaria importanza per la prossima Amministrazione. Occorre una rinnovata azione dell’ente locale per il potenziamento dell’offerta di edilizia residenziale pubblica, mettendo a disposizione di Acer edifici da recuperare per realizzare ulteriori appartamenti, nuove aree per la costruzione di nuovi alloggi, fornendo in maniera strutturale risorse necessarie per una rapida ristrutturazione e rimessa in circolo di ogni appartamento lasciato sfitto e per la costruzione dei nuovi immobili. L’ente locale deve svolgere una funzione propulsiva, in sinergia con altri livelli istituzionali e soggetti del privato sociale e fondazioni, per promuovere e sostenere economicamente interventi, anche sperimentali, di co-housing, favorendo la possibilità per nuclei di persone in difficoltà nell’accesso alla casa a canoni di mercato di vivere in comunità condividendo alcuni spazi e servizi. Esiste poi il tema dell’edilizia sociale, rispetto cui serve sviluppare nuove forme di collaborazione fra soggetti pubblici, privati (es. fondazioni, cooperative, ecc.) e del terzo settore per aumentare, anche tramite azioni di rigenerazione, l’offerta di alloggi a canone concertato e contenuto” continua Morgagni.

Un altro fronte di azione riguarda l’accesso alla casa per gli studenti; il Comune deve valutare la possibilità di dare mandato a Serinar di agire per il recupero di patrimonio immobiliare inutilizzato o utilizzato a fine diversi da quello abitativo per aumentare i posti letto a disposizione; serve altresì rilanciare ruolo e funzioni della Fondazione Abitare, anche sollecitando impegno e coinvolgimento dei maggiori soggetti economici del territorio, per rispondere al sempre più drammatico bisogno di alloggi a prezzi contenuti per il mondo del lavoro. Occorrerebbe infine attivare un tavolo permanente di confronto e concertazione sul tema dell’accesso alla casa fra istituzioni, sindacati degli inquilini e dei lavoratori, associazioni dei proprietari e degli imprenditori e rappresentanze degli studenti, per elaborare insieme misure volte a favorire l’aumento dell’offerta di immobili a canoni calmierati e offrire garanzie (contro la morosità, per ‘immediato ritorno alla disponibilità dell’alloggio) e incentivi (es. esenzione triennale Imu) per le proprietà. Questi sono solo alcuni spunti di un progetto di lavoro che deve essere costruito attraverso un percorso di partecipazione e coinvolgimento che solleciti la messa in campo di proposte innovative, assumendo l’obiettivo di assicurare il diritto alla casa come prioritario per la comunità di Forlì oggi e in futuro” conclude il capogruppo di Forlì e co.