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A Forlì la riconoscenza ha il braccino corto

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Nei giorni scorsi anche la Toscana è stata dolorosamente colpita da una devastante alluvione che ha interessato tutta la pianura da Firenze a Prato, sino a Pistoia: l’ennesima sventura climatica, sicuramente prevedibile, considerata l’incuria dei numerosi corsi d’acqua a regime torrentizio, i cui argini, spesso, nemmeno più si individuano, tanto è il loro abbandono, anche sotto l’incalzante cementificazione del territorio. In ginocchio un importante distretto produttivo toscano, impegnato sul tessile, l’arredamento, la meccanica e tanto artigianato di qualità, si pensi alla pelletteria, celebre nel mondo. Ironia della sorte, questa sventura ha colpito la Toscana nell’anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966, ma con conseguenze ben più gravi di quelle occorse, allora, all’amata città gigliata.

Tanti miei conterranei toscani, diversi mi hanno telefonato e, poi li ho conosciuti, sono subito balzati oltre il Passo del Muraglione in soccorso ai forlivesi, alluvionati nello scorso maggio, e, invece, adesso solo quattro generosi cuori di Forlì, tre donne e un uomo, si sono mossi per ricambiare l’aiuto, il conforto ricevuto. Che peccato, quale amaro in bocca lascia questa irriconoscenza forlivese, palesemente incline a ricevere, ma non a contraccambiare!
Nel drammatico frangente della Toscana sott’acqua la riconoscenza forlivese ha dimostrato di indugiare, guardarsi attorno e quasi non muovere un dito, insomma di avere davvero il “braccino corto”, come si usa dire in Romagna.

Al contrario, non ha perso tempo il quarantaquattrenne Andrea Ravaldini, educatore presso l’Istituto Salesiano di Forlì, per organizzare un aiuto forlivese immediato, pure soltanto per l’urgente spalatura del fango e rimozione dei relitti dell’alluvione toscana. Ha bussato a tante porte: tante le promesse, poi per Campi Bisenzio, cittadina duramente colpita, Andrea è partito presto ieri mattina, domenica 12 novembre, solo in compagnia di tre cittadine forlivesi per una giornata di operosa solidarietà in nome dell’Associazione Culturale “Guido da Montefeltro”, della quale lo stesso Andrea è presidente da appena tre mesi.

Perlomeno, questa piccola, ma significativa testimonianza di gratitudine forlivese ha visto una predominante partecipazione femminile, meritevole di essere conosciuta nelle sue tre protagoniste, di età variabile dai 14 anni a poco sotto gli anta: dunque, una signora di più trascorsa giovinezza e commerciante di professione, accompagnata dalla giovanissima figlia; infine, una bionda signora d’origine ucraina, in età di mezzo tra le due precedenti, anch’essa titolare di un’attività commerciale.

Beato, quindi, tra le donne il nostro Andrea, tuttavia, in questo caso, assolutamente noncurante come, già solo con due donne, un uomo rischi di fare la figura del salame: importante, per tutti e quattro, era ricambiare ad ogni costo alla Toscana la solidarietà ricevuta e a Campi Bisenzio, appena il tempo di una foto ricordo assieme, e subito hanno dato di pala, ovunque occorresse. Hanno già programmato di tornare da sabato 18 a lunedì 20 novembre, magari in compagnia di altri forlivesi, comunque romagnoli, partecipi del fine generoso; nel frattempo, Andrea Ravaldini, sempre a nome dell’Associazione “Guido Da Montefeltro”, avvia questa settimana una raccolta alimentare e di generi di prima necessità per gli stessi alluvionati toscani, soprattutto spera di coinvolgere nelle sue iniziative una parte del mondo sportivo romagnolo, del quale può annoverarsi come credibile sostenitore e portabandiera, considerata la sua grande e nota passione ciclistica. Ad Andrea Ravaldini e alle tre signore un caro ringraziamento, ancora di più dai forlivesi col braccino corto.

Franco D’Emilio