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Torna “Un’Opera al Mese”: riflettori puntati su “Fiasca con fiori”

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Dopo il successo di pubblico della serata di maggio dedicata al dipinto di Mario Sironi “Il lavoro”, domenica 22 ottobre alle ore 18,00, nell’ex Chiesa di San Giacomo, con ingresso gratuito, torna “Un’Opera al Mese”, la rassegna pensata per far conoscere al grande pubblico i capolavori dei Musei Civici di Forlì. Promossa dall’assessore alla Cultura Valerio Melandri, il ciclo di appuntamenti è curato dal dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini. L’opera protagonista della serata sarà il pregevole dipinto seicentesco “Fiasca con fiori” del Museo Civico di San Domenico che verrà esposto al pubblico per l’occasione.

Con questo nuovo appuntamento – precisa l’assessore alla Cultura Valerio Melandricontinua il nostro percorso alla scoperta dei capolavori che fanno parte delle nostre collezioni civiche attraverso un format che vuole arrivare a tutti mediante un modo di nuovo di raccontare l’arte, diretto ed essenziale”.

È parere unanime degli studiosi che la Fiasca rappresenti un’opera di straordinaria bellezza così come di grande mistero, in quanto di autore ignoto, la cui paternità rimane un quesito irrisolto. Certamente si tratta di un capolavoro assoluto, un apice nel campo della “natura morta” del Seicento, per cui vale da solo la visita al Museo del San Domenico.

«La rassegna “Un’opera al mese” non poteva prescindere – precisa Stefano Benettida questo autentico capolavoro di infinita e sbalorditiva bellezza che ci rimanda alla memorabile lectio magistralis tenuta dal professor Antonio Paolucci nel 2008 all’Ambrosiana di Milano in cui il professore comparava la nostra Fiasca alla “Canestra di frutta” del Caravaggio, celebrando la superba opera forlivese come uno dei vertici assoluti del naturalismo di matrice caravaggesca e un “impressionante colpo di mano sul Vero”».

A presentare l’opera domenica 22 ottobre nella Chiesa di San Giacomo sarà Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre del San Domenico, profondo conoscitore di questa superba opera che, in più occasioni, ha voluto ospitare nelle importanti rassegne espositive da lui organizzate nella sede forlivese, quali la grande mostra dedicata a Cagnacci e la mostra “Fiori”.

Si tratta di una tavola di dimensioni medio-piccole – spiega Gianfranco Brunellipervenuta alla Pinacoteca di Forlì con il lascito del conte Pietro Guarini a metà Ottocento in cui il pittore ha rappresentato un trionfo di fiori dentro una fiasca dal collo rotto trasformata in vaso. Appare con tutta evidenza in questa mirabile opera la lezione caravaggesca nella povertà di un fiasco rotto, ordinario, rivestito di una impagliatura sfatta e disordinata da cui traggono vita fiori bellissimi e colorati. La fiasca è appoggiata su una tavoletta a sua volta appoggiata, in obliquo, su quello che sembra un tavolo da falegname. Il magistrale gioco di luci-ombre rimanda ad un ambiente caravaggesco e, secondo Daniele Benati, di certa pittura toscana. Quel che appare è il lavoro di un importante autore che ha voluto esercitarsi nel superare, con esiti brillanti, un incremento di difficoltà formali”.

Giunta così al suo dodicesimo appuntamento, la rassegna “Un’Opera al Mese”, attraverso la narrazione di autorevoli studiosi, è stata un’occasione per promuovere e far conoscere grandi artisti e grandi capolavori appartenenti alle collezioni antiche e moderne dei Musei Civici forlivesi: dalla “Ebe” del Canova alla “Dama dei Gelsomini” e al “Pestapepe”; dal Beato Angelico al Palmezzano e al Cagnacci; da Wildt e De Chirico a Depero e Sironi. Ora è la volta di questo autentico e misterioso capolavoro.