via Panieri

Opps, a Forlì abbiamo perso una strada! Sì è proprio così. Qui in pieno centro storico (ancora una volta, sempre lui) abbiamo constatato che Via Panieri non esiste più!
Voglio uscire per una volta dalle mie solite ricerche storiche per entrare nel mondo dell’attualità che è sempre per lei, Forlì. La nostra città. Abbiamo in precedenza trattato di Via Felice Orsini e di Via Giuseppe Miller, oggi invece vogliamo parlare di una via con un nome che nei secoli non è mai cambiato e cioè Via Panieri.

Sembra strano che con tutti i mutamenti avvenuti nell’odonomastica forlivese Via Panieri sia rimasta sempre con questo nome (un antico mestiere?). Noi l’abbiamo ricordata parlando di Via Orsini a proposito di un abuso rilevato dall’arch. Comunale Giacomo Santarelli il 3 novembre 1857 in cui: «un certo Zavoli detto Merlina abitante in via Panieri si è fatto lecito di appropriarsi un pezzo di terra a ridosso del Convento delle RRMM di S. Domenico….di m. 36 per 6… formandovi in parte un vivaio di frutti e coltivando il restante ad ortaggi».

Appare evidente che il Merlina coltivava per casa sua e viste le dimensioni dell’orto anche per vendere prodotti. Ma era un altro tempo. Quello che a noi interessa è che Via Panieri nel 1857 era sempre lei. Da Via F.Orsini allora Via Muraglione delle Domenicane a via Achille Cantoni allora Via Diamante. Oggi questa via è diventata una strada senza uscita! Non porta più da nessuna parte e neppure un pedone può percorrerla! Lo vedete dalla foto perché qualche ben pensante ha provveduto ad avvertire che è una strada morta. E non esiste neppure un minimo di segnaletica ufficiale! Tutto questo dura all’incirca da due, dico due anni? Tanti non vi pare?

Perché nell’imbocco con via Cantoni è in ristrutturazione una casa e via Panieri è diventata il cantiere per i lavori che devono essere effettuati. Non voglio entrare nel merito dei permessi di vario genere che senz’altro nel pieno rispetto delle regole legislative sono stati concessi. Mi chiedo però, perché a nessuno, dico a nessuno sia sorta la domanda se era lecito impedire ai residenti, la strada è anche abbastanza lunga, di fruire di un minimo, misero passaggio pedonale.
Ita est! La strada è totalmente chiusa e a nessuno di chi di dovere è sorta la domanda se consentire o no un passaggio pedonale. Diciamo che è stato dall’inizio di questa storia un NO grande e lungo come Via Panieri.

Agostino Bernucci

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Agostino Bernucci è nato il 6 febbraio 1942 a S.Maria del Taro, Comune di Tornolo (PR). Casualmente, perché suo padre, Carabiniere, era continuamente trasferito. Le radici della sua famiglia sono invece nel Montefeltro. In chiusura di carriera la famiglia si è fermata a Forlì dove è sempre rimasta. È così nato in lui un interesse per questa sua città che col passare degli anni è diventato sempre più importante. Nel 1968 si è laureato all’Università di Bologna in Pedagogia e per decenni è stato insegnante di Letteratura Italiana e Storia nel triennio di diversi Istituti superiori della città, principalmente nel triennio dell'Istituto Commerciale “C.Matteucci”. È stato testimone della nascita del circolo culturale “E’ Racoz” e per decenni, fino al Covid, è stato membro del gruppo “Gli amici del lunedì”. Il suo interesse per la storia, soprattutto la storia di Forlì si è rafforzato con la pensione. Ha frequentato per diversi anni l’Archivio di Stato dove frugando e leggendo documenti su documenti, è venuto a conoscenza di tanti fatti importanti o anche solo curiosi. Oggi grazie (!?) al Covid, chiuso in casa, ha riscoperto tutto ciò che aveva raccolto ed ha scelto gli argomenti a suo parere più interessanti. La sua famiglia è composta da sua moglie, suo figlio, sua nuora e due nipoti Francesco ed Emanuele.

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