Strano 8 settembre, quello di mio padre, tenente medico ricoverato per i postumi di un principio di congelamento in Russia, poi rimasto in forza all’Ospedale X Legio a Rimini. Dopo il discorso sibillino di Badoglio, comincia il fuggi fuggi. I soldati che possono muoversi, non solo preparano in fretta lo zaino: forzano gli armadietti degli allettati e degli ingessati per derubarli. Mio padre estrae la sua Beretta cal. 9 e la punta contro i ladri italiani in grigioverde. Quelli desistono e se ne vanno. Si mandano al diavolo reciprocamente. Questo era il paese nel 1943. Oggi non è migliore.

Il ricordo di Cesare Albicini
Questo signore qua sopra, con il volto un po’ triste, è Cesare Albicini. È stato un patriota, preside di Giurisprudenza, rettore dell’Alma Mater, sindaco di Bologna per qualche anno, docente apprezzato di diritto costituzionale e di storia dei trattati e delle relazioni internazionali, amico di Saffi e di Carducci (che lo commemorò quando morì nel … Il ricordo di Cesare Albicini