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Un generale cerca la scorciatoia per entrare in politica

Di Roberto Balzani Leggilo in 2 minuti
Aggiornato: 12 giugno 2024
Un generale cerca la scorciatoia per entrare in politica

Il caso Vannacci mi interessa poco per il contenuto delle affermazioni razziste e discriminatorie, tipiche di una certa mentalità estremista di destra. Cose già accadute e purtroppo destinate a ripetersi. Mi interessa invece riflettere sul possibile disegno di Vannacci, che ha 55 anni e di dirigere l’Istituto Geografico Militare ha evidentemente poca voglia. Il suo libro, autoprodotto, scala le classifiche, approfittando del clamore suscitato dalle polemiche. Grazie ad Amazon, non ha bisogno di costosi distributori. Nello stesso tempo, una quota di opinione pubblica, per ora marginale, si espone per appoggiarlo.

La sua è un’operazione tatticamente perfetta: il generale rischia molto, ma si rende visibile non per la competenza sul campo, ma per il fatto di “dire pane al pane”, intercettando i delusi dalla sterzata moderata della Meloni, addomesticata – secondo loro – da Europa e “poteri forti”. C’è ancora spazio per una destra ancora più estrema, insomma. E infatti Vannacci non ritratta. Cerca la gogna. Forse vuol diventare un simbolo politicamente spendibile. E forse, nell’architettare il colpo di teatro mediatico che ha subito imbarazzato il governo, non è stato solo.

Roberto Balzani

L'autore

Roberto Balzani
Roberto Balzani

Roberto Balzani, nato a Forlì il 21 agosto 1961, è uno storico, saggista e politico italiano. È professore ordinario di storia contemporanea alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Università degli Studi di Bologna. È stato sindaco di Forlì, dal 2009 al 2014 è professore ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell'Università di Bologna (sede di Ravenna), della quale è stato preside fra il 2008 e il 2009. Ricercatore in Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze dal 1992, è divenuto poi professore associato alla Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna e quindi professore ordinario. Fra i suoi interessi più recenti, la storia del regionalismo e del patrimonio culturale, cui ha dedicato diversi saggi, collaborando alle iniziative promosse alla Scuola Normale Superiore di Pisa da Salvatore Settis. Fra il 1992 e il 1996 ha fatto parte del consiglio d’amministrazione della Fondazione “Spadolini – Nuova Antologia” di Firenze. E’ stato a lungo componente del consiglio direttivo della Società di Studi Romagnoli, dell’Istituzione Biblioteca Malatestiana di Cesena e dell’Ibc Emilia-Romagna. Fra le principali pubblicazioni da menzionare la ricostruzione del regionalismo culturale romagnolo fra ‘800 e ‘900 (La Romagna, Bologna, 2001, ristampata con un nuovo capitolo nel 2012); inoltre, la sintesi Storia del mondo contemporaneo, Milano, 2003 (con Alberto De Bernardi), la ricerca di storia dei beni culturali Per le antichità e le belle arti. La legge n. 364 del 20 giugno 1909 e l’Italia giolittiana (Bologna, 2003) e la cura dei Discorsi parlamentari di Carducci (Bologna, 2004). Con Angelo Varni è curatore de La Romagna nel Risorgimento (Roma-Bari, 2012). Alla sua esperienza di amministratore è dedicato il pamphlet: "Cinque anni di solitudine. Memorie inutili di un sindaco" (Bologna, 2012). E’ autore di diversi manuali di storia per le Scuole medie e i Licei.

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