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Scritte neofasciste al velodromo Servadei

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Ultimo aggiornamento:

Fra l’1 e il 4 agosto il velodromo Servadei ospiterà i campionati italiani giovanili di ciclismo su pista, con la prevista partecipazione di circa 300 giovani atleti. Questa rassegna rappresenterà indubbiamente una vetrina per la città e per le sue tradizioni in campo sportivo, con la presenza di migliaia di spettatori provenienti da ogni parte d’Italia.
«È particolarmente deprecabile quindi che i muri prospicienti le tribune del velodromo siano stati imbrattati da numerose scritte inneggianti al Duce e al fascismo, in spregio ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana e al sentire della nostra città, medaglia d’argento al valore nella guerra di liberazione. In occasione del Consiglio di giovedì abbiamo quindi presentato una interrogazione urgente chiedendo l’immediata copertura delle scritte e ricevendo in risposta assicurazioni da parte dell’Amministrazione» sono le parole di Federico Morgagni, capogruppo di Forlì e Co.

«Tuttavia, come abbiamo constatato durante un sopralluogo effettuato in data odierna, a meno di 24 ore dall’inizio dei campionati le scritte risultano cancellate solo per metà.
È difficile capire la ratio di questo intervento parziale e sommario, che non ripristina il decoro dei luoghi, non cancella lo sfregio alla città delle scritte fasciste e comporterà al Comune pure un aggravio di costi, visto che sarà necessaria una nuova azione di pulitura. Del resto risulta altrettanto incomprensibile capire perché, nonostante i numerosi sopralluoghi e lavori che certamente si sono svolti nelle ultime settimane presso il velodromo, si sia arrivati a ridosso dei campionati giovanili senza aver provveduto alla rimozione delle scritte e sia stata necessaria la nostra interrogazione in Consiglio perché si mettesse mano alla cosa, tuttavia nel modo sommario e parziale di cui si è detto sopra. La tutela dei valori antifascisti, oltreché del decoro della città, non è materia che ammetta sviste e disinteresse» conclude Federico Morgagni.