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Presentazione del libro “Noi che siam stati partigiani” di Carmelo Pecora

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Ultimo aggiornamento:

Il nuovo libro di Carmelo PecoraNoi che siam stati partigiani. Uomini e donne della Resistenza” sarà presentato giovedì 18 maggio a Forlì, alle ore 18,30 nel Salone Comunale in Piazza Saffi 8. Nara Lotti, la partigiana santasofiese dell’8ª Brigata Garibaldi, protagonista di una delle storie narrate nel libro, sarà presente insieme all’autore.
Introduzione di Gianfranco Miro Gori. Alla fisarmonica Mirko Catozzi.

Carmelo Pecora, ex ispettore di polizia ora autore di numerosi libri e racconti testimonianza, non è nuovo a incursioni nel mondo della Resistenza. Già nel 2018 aveva pubblicato Resistere era un dovere. Storie di partigiani e di staffette. Il presente “Noi che siam stati partigiani. Uomini e donne della Resistenza” che costituisce, per così dire, la seconda puntata, propone tre storie, una al femminile e due al maschile, tutte romagnole, e ambientate a non molta distanza o nei pressi della linea Gotica che fu, come è noto, l’ultimo baluardo tedesco e “repubblichino” contro le armate alleate che risalivano da sud per dilagare nella pianura Padana, e vide un’intensa attività partigiana con terribili orrori, stragi ed eccidi perpetrati dai nazifascisti.

Le tre storie narrate da Carmelo Pecora si fondano su precise testimonianze e documenti. Ma l’autore, pur lavorando su documenti memoriali, non poca cura dedica all’aspetto più propriamente narrativo. Raccontate, alternando la prima o la terza persona, le storie incrociano la grande storia dove trovano un posto degno. Ma eccone i protagonisti. Mario Bonazza, classe 1928, nome di battaglia Calipso, partigiano ravennate, di Marina di Ravenna per l’esattezza, combattente col leggendario comandante Bulow, Arrigo Boldrini, 28ª brigata Garibaldi. Sergio Giammarchi, forlivese, sale in montagna con Adriano Casadei per unirsi alla banda di Silvio Corbari: la sua testimonianza brilla per l’afflato antiretorico e la riconoscenza costante nei confronti della popolazione civile che costituì l’acqua dove i resistenti poterono nuotare. Nara Lotti, staffetta partigiana di Santa Sofia, si schiera, sull’esempio dei fratelli combattenti nella Resistenza, contro la prepotenza criminale dei nazifascisti: durissime ma letterariamente bellissime l’infanzia e la giovinezza di questa donna che non piegò mai la testa.
Le vite di Mario Bonazza, Sergio Giammarchi, Nara Lotti, confermano l’aureo asserto secondo il quale chi è stato partigiano lo rimane per sempre.