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Nel terzo incontro di “Filosofia e dintorni” si affronterà il tema della morte

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Ultimo aggiornamento:

Giovedì 11 maggio alle ore 20,30 nel Salone Comunale di Forlì si svolgerà la terza serata del Ciclo di incontri a tema filosofico, dal titolo “Filosofia e dintorni“. Le serate riescono a coinvolgere un numero sempre maggiore di persone interessate a seguire lo svolgere del persiero filosofico attraverso i secoli e le epoche. La professoressa Manuela Racci sarà, come sempre, il direttore d’orchestra di queste sere di “Sinfonia Filosofica” che con grande capacità e carisma riesce ad intrattenere il pubblico presente e partecipante con valide e profonde argomentazioni. Ad accompagnare la professoressa ci sarà l’avvocato e consigliere comunale Fabrizio Ragni che è anche l’ideatore e l’organizzatore di questi incontri e confronti a tema filosofico ed esistenziale.

Giovedì 11 maggio insieme affronteranno il tema della morte, inteso a seconda delle differenti interpretazioni, sia come atto finale oppure sia come rinascita all’interno di un processo di trasformazione. Anche questo tema suscita grande interesse da sempre in tutta l’umanità. Amore e morte, Eros e Thanatos accomunano la vita di ciascuno uomo di qualunque epoca. Manuela Racci coinvolgerà il pubblico presente a compiere un viaggio esplorativo per cercare di approfondire o anche di ricercare un senso alla propria esistenza.

Si partirà, come fatto per le precedenti tematiche affrontate, dall’antica Grecia che è la culla della civiltà occidentale. Le figure di Eros e Thanatos risalgono alla mitologia greca ed ancora oggi vengono citate. Si tratta di due elementi profondamente contrapposti fra loro: il primo rappresenta l’amore, inteso come quella forza capace di generare la vita, mentre il secondo, al contrario, raffigura la fine e la distruzione della vita stessa. Racci citerà Epicuro per il quale la vita e la morte non si incontreranno mai in quanto l’esistenza dell’una esclude la presenza dell’altra e quindi ogni timore o paura o preoccupazione umana è inutile in quanto rivolta verso qualcosa di non esistente e combaciante.

La morte rimane comunque fortemente connessa alla vita che si è vissuta e ne è un chiaro esempio Socrate. Infatti, nell’Apologia di Platone, Socrate dichiara di accettare la sentenza di morte, in quanto convinto che un’ingiustizia sia meglio subirla piuttosto che compierla. Secondo Platone, allievo prediletto di Socrate, la morte è solo un atto temporaneo in quanto la vita non finisce ma si trasforma ed entra in una realtà trascendentale dove l’anima esce dal corpo. Dopo di ché a seconda del tipo di vita che si è condotto, l’anima verrà premiata o al contrario punita per ritornare, dopo un lungo periodo, nella forma terrena per un altro ciclo esistenziale, (per un altro giro in giostra, come direbbe in tempi molto più recenti il giornalista Tiziano Terzani).

Platone inoltre descrive con grande efficacia il mondo delle idee, che risultano chiare in una dimensione ultraterrena, mentre rimangono oscure in quella terrena. Seguiranno poi altre profonde riflessioni di filosofi e pensatori che arricchiranno la serata. Seneca affronta spesso il tema della morte e nella sua opera Consolatio ad Marciam afferma che la morte rende l’uomo libero da tutti i dolori. Tacito inoltre riporta il pensiero di Seneca così sintetizzato:” Non è importante morire prima o dopo, ma lo è morire bene o male; morire bene è fuggire il rischio di vivere male”. Seneca scelse di cessare la sua vita anche in conseguenza di conflitti politici che lo videro coinvolto. Sarà dunque interessante esplorare le riflessioni dei filosofi, dei pensatori e dei letterati che si sono misurati con il tema della morte, attraverso le diverse epoche.

Rosetta Savelli