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Piraccini: «Da un confronto tendenziale, rispetto a 5/10 anni fa, il settore frutta ne esce molto ridimensionato»

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Con gli ultimi scenari economici Prometeia 2023 e i dati consuntivi 2022, inerenti la struttura e l’andamento dei principali settori nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, prosegue l’attività di analisi economica dell’Osservatorio della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, successiva alla presentazione del “Rapporto sull’Economia Romagna – Forlì-Cesena e Rimini 2022 e prospettive”.

Oggi in una conferenza stampa online, è stata presentata la prima analisi, che riguarda il settore Agricoltura, con la presenza di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna (nella foto a destra) e Renzo Piraccini, presidente Macfrut e Fieravicola. A fronte di alcune differenze strutturali tra le due province in termini di dinamica imprenditoriale, rilevanza settoriale e creazione di valore aggiunto, i dati consuntivi del 2022 riportano una crescita della produzione lorda vendibile (PLV) agricola che ha risentito degli incrementi dei prezzi alla produzione. In particolare, si apprezzano le buone performance del comparto cerealicolo, la crescita della Zootecnia (produzione di carni e produzioni animali), mentre appaiono in flessione quantità e valore del pescato.

L’Agricoltura e l’industria alimentare sono settori driver del nostro mix produttivo al quale conferiscono un carattere anticiclico, che contribuisce a dare stabilità alla creazione della ricchezza dei nostri territori, anche nelle crisi economiche di questi anni. Il nostro agroalimentare è costituito da una filiera importante e distintiva che comprende realtà articolate, settori diversi e con problematiche e dinamiche eterogenee, mondo cooperativo e grandi società di capitale, imprese driver con un ruolo strategico per l’economia territoriale, grandi esportatori e anche molti piccoli coltivatori – ha dichiarato Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. L’agricoltura è un settore da sempre sottoposto ad avversità, che si intensificano sempre più. Tra queste, i cambiamenti climatici che rendono incerto l’esito del ciclo produttivo, il propagarsi di nuove patologie delle produzioni vegetali, animali e specie aliene portati nei nostri ecosistemi dalla globalizzazione, carenza di manodopera. Se il sistema finora ha retto è stato soprattutto grazie alla forza e alla resistenza dei nostri produttori, che però vanno sostenuti, con politiche mirate, come l’aumento della dimensione aziendale, il potenziamento delle infrastrutture, l’introduzione di nuove tecnologie, politiche di supporto della redditività degli imprenditori e del compenso dei lavoratori, sostegno nel ciclo finanziario e nel ricambio generazionale. Gli ultimi anni, particolarmente intensi e dirompenti, hanno portato anche nuove sfide, dal punto di vista produttivo, economico e logistico”.

Tra queste, la forte riscoperta del ruolo dell’alimentazione, le ritrovate consapevolezze nel rapporto con il cibo, la terra, la salute, che richiedono materie prime di qualità, la valorizzazione del ruolo di presidio del territorio e della dimensione “turistica” dell’agricoltura, il ritorno alla terra dei giovani, anche con elevati livelli di istruzione. Ci sono le potenzialità perché Alimentare e Industria alimentare possano continuare a svilupparsi e mantenere il ruolo di asset strategici del nostro made in Italy, pilastri fondamentali non solo del nostro tessuto produttivo ma anche della nostra vita economica, sociale e culturale. L’agricoltura italiana è al primo posto nell’Unione europea con 3,65 euro di PIL generato per KG di risorsa consumata, contro i 2,90 euro della Francia, i 2,50 euro della Germania e i 2,30 euro della media UE. Inoltre, è diventata la più green d’Europa con 5.333 prodotti alimentari tradizionali censiti, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp e siamo leader in Europa nel biologico con quasi 80.000 operatori, con 10.000 punti vendita fra fattorie mercati, la più estesa rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori”.

La produzione agricola riveste ancora un peso significativo nel Prodotto Interno Lordo, anche se a Forlì Cesena il peso è nettamente superiore (570 milioni) rispetto alla provincia di Rimini (146 milioni) – ha commentato Renzo Piraccini, presidente Macfrut e Fieravicola (nella foto a sinistra) –. Se facessimo un confronto tendenziale rispetto a 5/10 anni fa potremmo rilevare che il settore della frutta è quello che ne esce maggiormente ridimensionato. Dimensioni aziendali ridotte e alto costo della manodopera rispetto ad altre zone di produzione sono risultati i fattori critici. Il settore orticolo invece ha tenuto meglio e il sistema si è mantenuto maggiormente in equilibrio. Dato estremamente positivo è la forte crescita del settore avicolo, sia da carne che da uova, e rappresenta una quota importante della PLV agricola ed evidentemente in Romagna ha trovato un punto di eccellenza. Da considerare il peso della filiera, sia ortofrutticola che avicola, che rappresentano il doppio della PLV agricola”.