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La partita a bocce antifascista compie un secolo: a Fiumana le rievocazioni

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Il 15 aprile del 1923 l’amministrazione comunale di maggioranza repubblicana del Comune di Fiumana, guidata dal sindaco Giuseppe Valpiani, preferì chiudere il Comune e andare a giocare a bocce, per non dover stringere la mano al Presidente del Consiglio Benito Mussolini, in visita ai suoi luoghi natali. Il gesto — motivato anche da antipatie personali — costò caro al Comune di Fiumana che venne immediatamente commissariato dal prefetto per poi essere incorporato nel comune di Predappio Nuova, città di fondazione che doveva magnificare con mattoni e cemento il potere del duce.

La vicenda, di cui ricorre il centenario, sarà ripercorsa martedì 4 aprile alle ore 20,00 al Circolo Articolo 3 di Fiumana (in via provinciale 25) in compagnia dello storico Mario Proli (nella foto). Sabato 15 avverrà invece la “rievocazione” della partita a bocce (alle ore 9 presso il giardino antistante la scuola d’infanzia “pettirosso”) coinvolgendo sindaci ed amministratori pubblici del territorio. Non mancherà il giusto “contorno di merenda e sangiovese”.

Il regime fascista si delineò in tutta la sua ferocia dopo l’omicidio Matteotti nel 1924, ma già negli anni precedenti aveva anticipato violenze e soprusi. La repressione dell’antifascismo andava ben oltre i cosiddetti “rossi”. Nel diario del funzionario della Prefettura di allora Dario Ercolani è immortalato questo gesto che potremmo definire di “antifascismo istituzionale”: «…per motivi politici ebbi l’incarico di eseguire un’ispezione straordinaria al Comune di Fiumana, distante solo 5 km da quello di Predappio, che aspirava all’ampliamento per motivi di orgoglio, quale patria del Duce. Questi, tra l’altro, aveva ricevuto un affronto dall’Amm.ne repubblicana di Fiumana che, in occasione di una visita del Duce stesso si eclissò dalla residenza (comunale) preferendo darsi al giuoco delle bocce e delle carte, con contorno di merenda e sangiovese per motivi di antipatia personali e politici».

«Vogliamo ricordare questo anniversario — dicono gli organizzatori — perché il pericolo che democrazie deboli portino alle dittature non è scomparso ed il patto antifascista che ha originato la Repubblica e la Costituzione va continuamente rinnovato».
L’iniziativa ha raccolto fin da subito l’adesione di Legacoop Romagna, Arci, Anpi, Cgil, Associazione Mazziniana Italiana (AMI), Fiap e il patrocinio del Comune di Predappio.