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Centrosinistra contro la nomina di Langone: “Una scelta che ci indigna”

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«L’individuazione di Camillo Langone quale presidente della commissione del “Premio Giuseppe Verzocchi”, incaricata di selezionare nuove opere da “aggiungere” alla Collezione Verzocchi, è una scelta che ci indigna. Tale scelta infatti non solo non rappresenta la storia e l’identità della città di Forlì e della stessa collezione Verzocchi, ma pone seri dubbi sulla capacità che Langone avrà di garantire – a nome e per conto delle istituzioni pubbliche cittadine – l’universalità della cultura, l’inclusività e le pari opportunità, anche nei confronti delle artiste e degli artisti che parteciperanno al concorso. Senza intenti censori verso le opinioni dell’uomo Langone, che comunque consideriamo inaccettabili e aberranti in una società civile e democratica, affermiamo con forza la nostra convinzione che Forlì non possa essere rappresentata da chi è pubblicamente schierato su posizioni nettamente contrarie ai valori di apertura e universalità dell’arte» si legge in una nota del Centrosinistra forlivese.

«Nel corso degli anni – continua la nota – Camillo Langone si è infatti distinto per dichiarazioni come le seguenti: “togliete i libri alle donne: torneranno a fare figli”; “sono un sincero xenofobo”; “ci vorrebbe un’atomica al giorno per impedire gli arrivi dalla Siria, dall’Egitto e dalla Libia”. Inoltre più volte ha affermato di riconoscersi nelle tesi sulla sedicente “sostituzione etnica” degli italiani, peraltro purtroppo oggi assai di moda anche a livello governativo. Riteniamo dunque che Langone non possa, nella sua veste di Presidente della commissione, garantire che tutte le artiste e gli artisti partecipanti al premio vengano giudicati sulla base di criteri oggettivi e non invece soggettivi e discriminatori. Critichiamo con forza la decisione della Giunta Zattini e dell’assessore Melandri di associare un’importante collezione pittorica, che celebra il lavoro come fonte di emancipazione, ad una figura che ha affermato di non riconoscersi negli elementari principi di eguaglianza e parità fra le persone, senza differenze di sesso, genere, orientamento sessuale, razza, religione, che sono alla base della Repubblica e della Costituzione».

«Le istituzioni non sono organi di partito e non possono essere utilizzate come cassa di risonanza di una propaganda ideologica retriva e reazionaria, quale si sta purtroppo delineando a livello nazionale e locale. Da tempo infatti il rivendicato carattere civico dell’amministrazione Zattini è stato annebbiato da una linea integralista di destra che impone una visione arretrata ed escludente su tante questioni di carattere etico e civile: dalla vicenda della rinuncia a fondi regionali per azioni contro le discriminazioni per genere e orientamento sessuale alle incomprensibili polemiche e tentativi censori nei confronti della Festa delle famiglie. Non possiamo non vedere nella selezione di Langone un ulteriore scivolone della Giunta di Forlì verso la destra più radicale e tradizionalista. Arrivati a questo punto, all’Amministrazione Zattini non rimane che una strada: sospendere l’iniziativa per il tempo necessario a una sua riformulazione tale da garantire che l’acquisizione di nuove opere per arricchire il patrimonio pubblico comunale avvenga all’insegna di principi di inclusività, universalità ed emancipazione, in linea col sentimento e la tradizione della città.
Esprimiamo infine piena condivisione dell’appello sottoscritto da decine di associazioni forlivesi contro questa incredibile scelta e annunciamo la nostra adesione a tutte le iniziative di protesta che saranno organizzate, invitando i cittadini e le cittadine di Forlì a prendervi parte» concludono il Partito democratico forlivese, il Gruppo consiliare Forlì e Co. e Articolo Uno Forlì.