statistiche siti
4live Logo 4live Logo

Leggilo in 5 minuti

Bilancio 2022. Forlì&Co: “Per ogni 6 € d’investimenti promessi dalla giunta solo 1 € speso effettivamente”

img of Bilancio 2022. Forlì&Co: “Per ogni 6 € d’investimenti promessi dalla giunta solo 1 € speso effettivamente”
Ultimo aggiornamento:

«La discussione sul rendiconto di bilancio 2022 ha portato alla luce per l’ennesima volta il divario fra le mirabolanti promesse dell’Amministrazione e la realtà di un governo della città privo di idee per il futuro e perfino della semplice capacità di programmare e investire le risorse disponibili. Sebbene l’annata trascorsa abbia risentito in maniera limitata degli effetti del covid, i dati certificano un nuovo incremento delle disponibilità di cassa del Comune di Forlì. I fondi liberi sfiorano i 20 milioni di euro, a conferma di una paralisi strutturale dell’Amministrazione sul fronte della capacità di spesa e, conseguentemente, di erogazione dei servizi» è il commento del gruppo consiliare Forlì e Co.

«Ancora più negativi sono i dati delle spese in conto capitale, ossia gli investimenti che il Comune ha realmente messo in campo per lo sviluppo del territorio. Il rendiconto certifica infatti un macroscopico scostamento fra le previsioni di spesa (quella definitiva era pari a 162 milioni) e gli impegni effettivamente assunti nel corso del 2022, pari a meno di 27 milioni. In sostanza: per ogni 6 euro che la Giunta ha annunciato di volere utilizzare per investimenti, solo 1 euro è effettivamente impegnato. A completare il quadro, il capitolo mutui. Per l’ennesimo anno il Comune rimborsa 8 milioni di mutui e ne accende solo 6, continuando una politica di austerity che sarebbe logica in una situazione di dissesto, ma risulta incomprensibile per un ente con ampie capacità di spesa e in un territorio bisognoso di investimenti» continua la nota.

«La lettura politica è semplice: dopo quattro anni di governo della città, la giunta Zattini è nulla nell’individuazione delle priorità e insufficiente nella programmazione. Di fronte all’evidenza di questi numeri, anche l’assessore Cicognani ha dovuto ammettere che esiste un problema di programmazione, il che equivale a riconoscere che è molto più facile fare una politica di annunci, che realizzare le opere. Stupisce tuttavia che dopo quattro anni di mandato questa clamorosa ammissione di fallimento sia passata sotto silenzio, senza suscitare dibattito fra le file della maggioranza. E questo sebbene le conseguenze di un Comune pieno di risorse ma incapace di impiegarle si facciano ogni giorno più gravi. Altrettanti timori si appuntano sui fondi Pnrr, tramite i quali l’Amministrazione ha promesso ai forlivesi interventi per decine di milioni; il tempo passa, la progettazione va a rilento, i cantieri non partono e le scadenze per il termine dei lavori si avvicinano. Confidare che alla fine dall’Europa arrivi una proroga è una scommessa azzardata che nessun amministratore assennato può fare, mentre il rischio di perdere i fondi cresce purtroppo di giorno in giorno.
A fianco della disamina critica del rendiconto, abbiamo ritenuto nostro compito anche provare ad indicare all’Amministrazione alcune priorità urgenti» insiste Forlì e Co.

«Un fronte è quello del centro storico, che inizialmente la Giunta aveva presentato come proprio cavallo di battaglia mentre ora giace abbandonato, senza che il piano promesso per il suo rilancio sia mai stato presentato; nel frattempo i negozi chiudono, la popolazione continua a decrescere e intere vie restituiscono un quadro di marciapiedi sporchi, vetrine abbassate e locali sfitti. Di fronte a questa crisi e al vuoto di idee dei nostri amministratori, abbiamo chiesto con forza l’apertura di un confronto sulle tante proposte che abbiamo messo sul tavolo: dalla necessità di un ampio intervento per favorire un ritorno alla residenzialità, ripensando l’offerta dei servizi e riqualificando il patrimonio abitativo, a quella di un nuovo progetto sulla mobilità sostenibile e l’accesso ad impatto zero, ad azioni per incentivare l’attrattività turistica e la permanenza dei visitatori. Ma il centro storico sono anche i suoi contenitori culturali, spazi che avrebbero le potenzialità per divenire volani di un ripensamento della sua identità e di costruzione di un nuovo rapporto fra cittadini, servizi, patrimonio e storia del territorio» precisano i consiglieri di minoranza.

«Su questo aspetto abbiamo denunciato una volta di più il fatto che il Santarelli rimane ancora un cantiere aperto, tre anni dopo la prevista fine dei lavori, e il Merenda attende ancora, dopo oltre quattro anni, il completamento del primo stralcio di interventi, avviato dall’allora Giunta Drei. Un altro ambito di lavoro è quello relativo ai temi energetici, atteso che la temporanea riduzione dei costi delle ultime settimane è ben lungi da aver risolto i problemi. Un’energia che costa di più significa famiglie che non riescono a pagare le bollette, imprese che chiudono ed enti locali che debbono tagliare i servizi. La nostra proposta è quella di un forte piano di interventi su questo versante, per conseguire economie, benefici per l’ambiente e posti di lavoro. Molteplici sono i versanti di questo sforzo: la promozione delle comunità energetiche, anche con partecipazione dell’ente locale, un vasto piano di installazione di pannelli, un progetto di riqualificazione sismica ed energetica di tutti gli edifici di proprietà comunale, bandi a sostegno delle imprese nella transizione verso modalità di produzione meno energivore e più facile accesso a fonti energetiche a basso costo. Infine l’ex Eridania, un’area il cui acquisto è stato senza dubbio strategico ma rispetto alla quale ora serve mettere in campo un adeguato progetto. Purtroppo sino ad ora la discussione sul suo futuro, ammesso che stia avvenendo, non viene condivisa né con la città, né con le forze politiche. Dunque chiediamo che si mettano a disposizione quanto prima le risorse necessarie per avviare un percorso partecipato e un concorso di progettazione di livello sovranazionale per valutare in maniera adeguata l’uso futuro della ex Eridania e non perdere anni preziosi e occasioni che un domani potrebbero non tornare» conclude il gruppo consiliare Forlì e Co.