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Bentivogli e Mezzacapo: «Perchè NoMegastore rimase in silenzio nel 2017 quando ci fu la grande cementificazione?»

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«Premesso che questa Amministrazione ha dimostrato coi fatti di voler sposare lo sviluppo economico della città al rispetto dell’ambiente oggi non capisco i continui richiami da parte dell’associazione No Megastore nel polemizzare attribuendo le colpe delle nuove aree commerciali all’attuale maggioranza. Personalmente non approvo l’approccio strumentale che molti esponenti politici locali di sinistra ed alcune associazioni hanno nel trattare il delicato tema dell’ambiente» è la risposta piccata del consigliere della Lega Albert Bentivogli.

«Se è vero – continua – che nel 2017, come riportato sugli organi di stampa, in alcune zone della città furono riscontrati nelle unghie dei nostri bimbi percentuali di metalli superiori alla media allora mi chiedo come nessuna di queste associazioni cosiddette “ambientaliste” abbia erto barricate davanti alla delibera del consiglio comunale nel dicembre del 2017 che sanciva la più grande cementificazione della storia della nostra città con l’approvazione di ben 97 aree commerciali senza che nessuno, tranne molti consiglieri di minoranza del centro destra di allora, sollevasse proteste o indignazione. I temi ambientali non sono spot che si utilizzano per fini propagandistici ma vanno affrontati con buon senso e serietà».

«Chiedo a questa associazione dove fosse quando nel 2017 per volontà politica si è arrivati ad un punto di non ritorno? Cavalcare temi sensibili come quello ambientale, cari a tutti, in modo strumentale produce solo effetti boomerang ma soprattutto non risolvono le problematiche in oggetto. Ricordo che questa Amministrazione dal suo insediamento non ha approvato nessuna nuova area commerciale ma solo, purtroppo, recepito tutto quello che è stato approvato nel famoso dicembre del 2017 a fronte di penali di svariati milioni di euro se tutto ciò fosse bloccato, milioni che uscirebbero dalle tasche dei nostri concittadini» conclude Albert Bentivogli.

«Ora basta! Mi sono stancato che sinistra e comitato No Megastore, composto anche da persone che alle scorse elezioni amministrative sono state candidate in liste del centrosinistra, continuino lo stillicidio di accuse e provocazioni a proposito del Piano commerciale e dell’area di Pieveacquedotto. Evidentemente il loro obiettivo è ribaltare la verità, addossando colpe ingiuste a questa Amministrazione e al sottoscritto mentre la pianificazione commerciale, compresa la Variante del 2017, è opera della parte politica che hanno rappresentato e difendono a spada tratta. La stessa Segretaria della Cgil ha sottolineato che la nostra giunta ha ereditato il piano dalla sinistra» è la risposta del vicesindaco Daniele Mezzacapo.

«Sinistra e comitato No Megastore – continua – stanno costruendo un castello di falsità. Falsa è l’affermazione che avrei dato un bidone agli organizzatori della serata. Falso è che voglia sottrarmi al confronto. Quando ho, correttamente, comunicato agli organizzatori la mia impossibilità a partecipare all’incontro, causa indisponibilità dei tecnici, mi sono sentito dire che avrei dovuto accettare comunque la “sfida”. Questa è la parola utilizzata da Sara Conficconi: Sfida? Cosa significa? Forse più che un confronto, il Comitato No Megastore aveva preparato una battaglia da scatenare contro di me e la giunta? In effetti così è stato.
Penso allora sia necessario fare chiarezza: io non mi presterò mai al gioco di fare i duelli. Il mio compito di amministratore è proporre dialogo, approfondimento e analisi per raggiungere obiettivi».

«Nel caso specifico, l’obiettivo urbanistico possibile è quello di limitare i danni di un piano commerciale sciagurato valuto dalla sinistra. Cosa che stiamo cercando di fare, tant’è che rispetto alle 96 aree approvate non c’è stata attuazione completa. Dobbiamo però fare i conti con un grosso problema e cioè che i diritti acquisiti dai proprietari delle aree, anche grazie alla Variante del 2017 targata PD, non possono essere lesi tranne, dice la legge, che per modifiche dovute a ragioni di sicurezza e salute. Ma queste ragioni non sussistono per il Polo Commerciale di Pieveacquedotto che, al contrario, è espressamente vocato all’attività commerciale: vicino al casello autostradale, provvisto di una eccellente rete viaria e di aree sosta dimensionate, con rotatorie pensate per rendere il traffico fluido, provvisto di strumenti di videosorveglianza. Faccio inoltre presente che provvedimenti di soppressione di diritti acquisiti esporrebbero il Comune, e quindi la città, a rimborsi di risarcimento danni enormi, nell’ordine sicuramente di decine di milioni di euro. Per me e per questa Giunta l’unica sfida accettabile è quella di fare gli interessi di Forlì e di tutti i forlivesi» conclude Daniele Mezzacapo.