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A Bertinoro si parla di “Salute a tavola”

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“La prevenzione è amarsi davvero”: così recitava uno dei manifesti che l’Istituto Oncologico Romagnolo ha affisso su tutto il territorio verso la fine del 2022, per ribadire l’importanza di rimettere al centro la lotta contro il cancro dopo che l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 aveva fatto rallentare percorsi di screening e studi scientifici. Ora che la pandemia ha allentato la sua morsa è giunto il momento di ricominciare a correre affinché un domani sempre più libero dai tumori non sia più una teorica speranza futura, ma una prospettiva concreta a partire da oggi. Da questo punto di vista la prevenzione rappresenta sicuramente una delle armi più importanti di cui disponiamo: ed è con questo spirito che l’Istituto Oncologico Romagnolo torna sul territorio con una serie di convegni dedicati proprio a questo argomento e alla diffusione di stili di vita sani che minimizzino il rischio di sviluppare una neoplasia.

Tra le buone abitudini che si possono seguire a questo scopo, adottare un’alimentazione equilibrata e rispettosa dei dettami della dieta mediterranea è senz’altro tra le più importanti. Studi scientifici recenti hanno infatti dimostrato come circa un terzo dei tumori potrebbe essere evitato semplicemente grazie ad una maggior consapevolezza degli alimenti che ingeriamo. Ed è proprio su questa tematica che l’Istituto Oncologico Romagnolo proporrà un incontro dal titolo “La salute a tavola”: l’appuntamento è per mercoledì 19 aprile a partire dalle 20,30 nella Sala Consiliare Comunale di Bertinoro. Relatrice per l’occasione sarà Lucia Bedei, professionista afferente all’Unità Operativa di Prevenzione Oncologica dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì ed esperta in materia di scienze alimentari. L’evento, che ha ricevuto il patrocinio dell’Irst “Dino Amadori” Irccs di Meldola e del Comune di Bertinoro, è aperto a tutti e a ingresso gratuito, proprio per diffondere il corretto messaggio di prevenzione a quante più persone interessate possibili.

«La paura del Coronavirus e l’affollamento negli ospedali hanno fatto slittare molte visite e programmi di screening per alcuni dei tumori più comuni – spiega proprio Fabrizio Miserocchi – già da qualche tempo purtroppo abbiamo iniziato a vedere l’impatto negativo di tutto ciò, soprattutto in termini di diagnosi tardive. L’Istituto Oncologico Romagnolo, ovviamente, da questo punto di vista, si sente fortemente coinvolto e non può rimanere con le mani in mano: per questo abbiamo fatto a fine 2022 una campagna di manifesti volta proprio a rimettere al centro le esigenze del malato oncologico. D’altronde il tumore rimane l’emergenza sanitaria numero uno, come dimostrano i fondi stanziati dall’Unione Europea con il progetto “Mission: Cancer”.

Ma per arginare questo problema non dobbiamo essere semplicemente vicini ai pazienti: dobbiamo ricominciare a parlare di prevenzione in presenza, a quella fetta di popolazione sana che può ancora mettere in atto delle buone pratiche per evitare di affrontare un problema di salute più grave in futuro. Sappiamo che l’argomento, sfortunatamente, non è dei più sentiti, anche probabilmente per colpa di una comunicazione respingente e minacciosa a cui spesso si associano i messaggi utili ad evitare quelle cattive abitudini che possono aumentare il rischio di sviluppare un tumore. Noi crediamo che sia giusto abbracciare uno stile differente: la prevenzione non dev’essere qualcosa di “punitivo”. Deve passare il messaggio che certe sane abitudini consentono al nostro corpo di stare meglio, di fare ciò che più amiamo più a lungo, e di trascorrere più tempo coi nostri affetti: per questo speriamo che la risposta al nostro incontro di Bertinoro sia delle più convinte».