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Confcommercio: moda traino del made in Italy ma servono aiuti

Di Tommaso Di Lauro Leggilo in 2 minuti
Aggiornato: 13 maggio 2025
Confcommercio: moda traino del made in Italy ma servono aiuti

«La salvaguardia del centro storico passa anche dalla tutela dei negozi della moda, attori fondamentali per il processo di riqualificazione urbana da tempo auspicato. A parlare sono i numeri: dal focus dell’osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, basata sui dati del Centro studi delle Camere di commercio comparando i dati registrati a giugno 2022 con quelli del 2019, dal quale emerge una progressiva diminuzione di attività. A livello nazionale è di 11.150 negozi l’emorragia di negozi registrata in Italia nel solo settore moda, abbigliamento, calzature, accessori, pelletterie, tessile casa e articoli sportivi con 11.181 addetti che hanno perso il loro posto lavoro negli ultimi tre anni» si legge in una nota di Confcommercio Forlì-Cesena.

Per Roberto Vignatelli presidente di Confcommercio imprese per l’Italia Ascom Forlì bisogna agire in fretta: “La moda è linfa vitale per il tessuto urbano. Oltre ad essere un vivace comparto capace di creare nuovi posti di lavoro – non a caso il Made in Italy eccelle in tutto il mondo – funge da calamita per i centri cittadini in termini di acquisti. I consumatori, nonostante il proliferare dei centri commerciali dove si susseguono vetrine spesso di multinazionali, sono attenti alla qualità e all’originalità che viene garantita soprattutto dai piccoli esercenti. L’attenzione alla manifattura è, infatti, un valore irrinunciabile per i negozianti che rendono, così, i loro negozi non un mero spazio fisico in cui fare acquisti ma luoghi di grande valenza sociale dove, ogni giorno, viene creata cultura con i propri prodotti“.

Si tratta di uno strumento di crescita per il nostro territorio minacciato dalla desertificazione commerciale – sottolinea Vignatelli -. Sostenere le piccole medie imprese che scelgono di investire nel centro storico è, dunque, una responsabilità di tutti e trova nelle associazioni di categoria il primo alleato. Significa salvaguardare un patrimonio di identità e cultura collettiva che ora può trovare un aiuto aggiuntivo nelle risorse del Pnrr”. In ultimo Vignatelli segnala un elemento anagrafico. “Il valore aggiunto del settore moda è l’età degli imprenditori. Si tratta spesso di persone giovani, in grado di interpretare al meglio le tendenze del mercato“.

L'autore

Tommaso Di Lauro
Tommaso Di Lauro

Classe 1963, diploma in Ragioneria, iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti dal 1994. Appassionato di giornalismo e social network ha collaborato come giornalista pubblicista per la Gazzetta di Forlì, per la Gazzetta dello Sport, Corriere di Forlì e dal 2000 fino ad aprile 2013 per Il Resto del Carlino di Forlì. Da luglio 2011 è direttore di 4live.

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