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Casa Artusi tra i proponenti alla candidatura della Cucina Italiana patrimonio Unesco

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Ultimo aggiornamento:

Ieri 23 marzo 2023 il Ministero della Cultura insieme al Ministero dell’Agricoltura si sono uniti per la prima volta e hanno annunciato che il governo italiano ha candidato «la cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale» come patrimonio immateriale dell’Unesco. Un percorso iniziato nel luglio 2020 quando Maddalena Fossati, dalle pagine della Cucina Italiana, ha lanciato la proposta di candidatura arruolando grandi cuochi e professionisti della cucina come ambasciatori per sostenere il valore universale della cultura gastronomica del nostro Paese.

A farsi promotore della candidatura, anche la Fondazione Casa Artusi che da subito ha aderito al progetto come comunità proponente, e coinvolto l’Associazione delle Mariette e anche le associazioni che hanno aderito, nel bicentenario della nascita di Artusi, al manifesto della cucina domestica. Una grande iniziativa corale per candidare la nostra cucina quale patrimonio immateriale dell’umanità all’Unesco come insieme di pratiche sociali, riti, gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano e la connotano. Esattamente come ci ha insegnato Pellegrino Artusi che ci racconta la cucina italiana, valorizzando la diversità di ogni territorio.

La stesura del dossier, realizzata da Pier Luigi Petrillo, è stata possibile grazie all’opera di un Comitato Scientifico, presieduto da Massimo Montanari e da alcuni dei massimi esperti di cultura del cibo, fra cui Giovanna Frosini, entrambi punti di riferimento per Casa Artusi.
Sono profondamente orgogliosa perché in nome di Artusi abbiamo portato un contributo che ha fatto la differenza nella stesura del dossier e nel sostegno della candidatura che dà merito alla tanto amata cucina italiana – commenta Laila Tentoni presidente di Casa Artusi -. Questo traguardo valorizza la stretta relazione tra cultura e cibo che viene ormai percepito dalla comunità mondiale non solo come prodotto ma come fenomeno culturale ed identitario di uno stile di vita, di un modo di essere. Il dossier verrà ora trasmesso dal Ministero degli Esteri all’Unesco e inizierà l’iter di valutazione che dovrebbe concludersi entro dicembre 2025″.