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La vita sulle ruote di un’automedica in ritardo

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Vergognoso, intollerabile perché assurdo quanto accaduto alla consorte dell’amico Luca Bartolini: la signora si è trovata nella necessità di essere soccorsa per uno stato di malore, ma tale soccorso è giunto in grave ritardo, dato l’impegno dell’automedica in altra emergenza. Sappiamo benissimo quanto un ritardo del soccorso sanitario possa aggravare condizioni di fragilità fisica o, addirittura, mettere a rischio la vita stessa della persona sofferente. Dunque?

Possiamo limitarci a dire che, tutto sommato, alla signora Bartolini è andata bene, il peggio è stato evitato e, in fondo, è bene tutto ciò che finisce bene? Penso proprio di no, sarebbe una magra e, forse, in parte, anche cinica consolazione egoistica sul filo del pensiero “grazie a Dio me la sono cavata!” Se la salute attraverso la tutela, la prevenzione e la cura è un diritto del cittadino, sancito dall’ art. 32 della Costituzione, fra l’altro un diritto individuale ampiamente finalizzato all’interesse, al benessere dell’intera collettività, come confermato dalla lotta alla pandemia, possiamo rassegnarci alla vergognosa, insana limitazione di questo diritto, magari con la disponibilità di una sola automedica di soccorso su 1100 kmq di territorio forlivese.

Il vertice dell’ASL giustifica questa riduzione del numero di automediche operative con la necessità di razionalizzare il servizio, quindi anche la relativa spesa d’esercizio. Razionalizzare? Una sola automedica per le necessità di diversi Comuni forlivesi fa, invece, dubitare del senno, della capacità di raziocinio, insomma, non esitiamo a sputare il rospo, della salute mentale di chi dirige malamente la nostra sanità, senza imbarazzarsi di mettersi in tasca consistenti, succulenti compensi! Questa malagestione mi pare ispirata al principio “mors tua vita mea”, dove la vita, prospera e ricca, è quella degli augusti dirigenti della nostra ASL a spese di migliaia e migliaia di cittadini del forlivese, costretti, anzi rassegnati a sperare di non aver mai bisogno dell’intervento di un’automedica, ormai equiparata alla sostanza di un solo pezzo di pane per tante bocche!

Nessuno tra gli eccellentissimi vertici, a questo punto solo con velleità dirigenziali, che si ponga il problema se un numero più congruo di automediche possa assicurarsi razionalizzando la complessiva spesa sanitaria del nostro territorio, dunque con più attenzione agli sprechi e alle priorità, alle esenzioni e agli oneri di farmacia, alla stessa gestione dei servizi in appalto. Invece no, Pantalone paga perché cittadini, come la signora Bartolini, corrano il rischio di un grave ritardo o, addirittura, mancanza del soccorso dell’automedica.

Bene affatto Luca, colpito da questa vicenda, ha sfruttare la sua visibilità politica per rinnovare il suo impegno contro la ridotta, misera disponibilità di automediche sul nostro territorio e ancora bene farà ad affondare, girare il dito nella piaga dell’attuale insensata gestione padronale della nostra ASL.
Auguri, signora Bartolini, per noi tutti, purtroppo, le cose vanno così!

Franco D’Emilio