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La Celletta del Divino Amore di viale Bologna

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La mostra fotografica Le cento chiese di Forlì curata da Gianfranco Argnani, Mauro Mariani e Gabriele Zelli, attualmente allestita nella sede del Vescovado, e il relativo catalogo hanno fatto riscoprire ai cittadini forlivesi un piccolo luogo di culto ricco di storia. Si tratta dell’oratorio (o celletta) del divino Amore posta in viale Bologna, proprio ai margini della nuova rotonda che ha eliminato l’incrocio con via Sillaro (foto di Gianni Leoni).

Notizie storiche documentate attestano la costruzione di una celletta dedicata alla Beata Vergine Maria nel 1816. In precedenza sorgeva nei paraggi di un’antica Chiesa di Santa Maria del Tempio, forse legata al vicino Ospitale dei Templari che a fine Settecento si trovava in pessime condizioni, probabilmente ridotta a un semplice pilastrino con l’immagine della Madonna.

La celletta fu costruita per ricordare il luogo dove il 15 aprile 1814 “persone di ogni età e di ogni sesso – come scrisse lo storico forlivese Michele Placucci (1762-1840) – accorsero anelanti per vedere da vicino il vicario di Gesù Cristo”, cioè il cesenate Papa Pio VII (Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti 1742-1823), che stava rientrando a Roma dopo essere stato liberato da una lunga prigionia nella Francia napoleonica. Da quel punto in poi il Papa fu portato a spalla dalla folla osannante in Duomo passando da Porta Schiavonia.
Giunto a Roma il successivo 24 maggio il pontefice volle che tale data fosse ricordata sotto il titolo di Maria Aiuto dei Cristiani (Ausiliatrice) e ciò spiega perché l’attuale chiesa del Quartiere Cava, officiata dal 1961, è dedicata a Santa Maria Ausiliatrice.

Nel 1841 la celletta è ricordata col titolo di Madonna del Divino Amore e la dedicazione può essere messa in relazione al Papa e al suo passaggio trattandosi di una devozione legata alle campagne romane. Per un secolo il piccolo luogo di culto è stato punto di riferimento religioso tra le antiche parrocchie dei Romiti e di Villanova e restò legato alle sorti del podere dove venne realizzato; podere inizialmente di proprietà della famiglia Danesi e in seguito a vari passaggi fu acquistato nel 1949 da Nicola Silvestroni. Nel 1954, in previsione della nascita del nuovo quartiere Cava, don Mario Ricca Rosellini iniziò qui la sua azione pastorale e di sensibilizzazione con il rosario del mese di maggio, le prime messe in giugno e l’avvio della catechesi per i bambini.

Nel 1962, sia per dare la possibilità di realizzare una pista ciclabile ai bordi della via Emilia che iniziava ad essere molto trafficata, sia per migliorare la sicurezza dei fedeli, la celletta ottocentesca venne demolita e riedificata in posizione più arretrata. Fu inaugurata il 22 luglio 1962 con una solenne cerimonia alla quale prese parte monsignor Paolo Babini, vescovo di Forlì. La famiglia Silvestroni il 30 gennaio 2016, nel secondo centenario della prima costruzione, ne trasferì la proprietà, effettuando una donazione, alla Parrocchia della Cava.

Gabriele Zelli