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Bartolini e Ragni: «Il taglio dell’automedica deciso dall’uomo di fiducia di Bonaccini, non dal governo»

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In un lungo post su Facebook leggo che il segretario PD Valbonesi sostiene come la raccolta firme promossa da Fratelli d’Italia è soltanto una strumentalizzazione politica, che la colpa del taglio della Mike 42 in vigore dal 1 gennaio è da attribuire dalla mancanza di fondi dal governo Meloni e che la sede dove pensa di risolvere la situazione sarà il Consiglio provinciale, dopo che nella conferenza socio sanitaria della Romagna il direttore generale dell’Ausl della Romagna ha respinto le richieste di ripristino del servizio pervenute da tutti i 15 Sindaci del comprensorio forlivese. Chiariamo una cosa: è l’Ausl della Romagna, il cui direttore generale è lì solo per nomina fiduciaria arrivata direttamente dal presidente della Regione (e candidato segretario nazionale del Pd) Stefano Bonaccini, che ha deciso, con meri calcoli tecnici, nel mese di dicembre, di tagliare l’automedica nel forlivese, non certo Giorgia Meloni che peraltro in quella data era in carica solo da poco più di un mese e che non è comunque competente su tali decisioni locali“. Così Luca Bartolini, responsabile per Fratelli d’Italia del comprensorio forlivese, replica a Daniele Valbonesi, sindaco di Santa Sofia e segretario del Pd.

Ma Valbonesi parla come rappresentante di tutti i suoi cittadini, che al pari degli altri forlivesi pagheranno sulla loro pelle questo depotenziamento del servizio, o come capo locale del suo partito? – prosegue Bartolini – Forlì e il suo comprensorio non chiedono nulla di più, ma neanche nulla di meno rispetto agli altri territori: eppure adesso ci troviamo il cesenate con 3 automediche e il forlivese con sola una. Quando un cittadino avrà gravi conseguenze perché un medico non sarà riuscito ad arrivare in tempo cosa risponderemo ai suoi cari? Che il malore gli doveva capitare mentre era nel comprensorio cesenate per sperare di salvarsi? Da questa disparità, dai timori di un peggioramento del servizio, dalle preoccupazioni di operatori sanitari e cittadini è scaturita la nostra raccolta firme: una petizione popolare che, se Valbonesi l’avesse letta con attenzione, non ha nulla di partitico: vuole solo dare concretezza alle legittime preoccupazioni della popolazione. Una raccolta firme che non è affatto strumentale tanto che in quella on line, che in due giorni ha già raccolto oramai 1.400 firme comprese quelle di ex amministratori Pd, non ci sono simboli o riferimenti di partito. Perché avviare una raccolta firme?”

Semplice, e Valbonesi lo dovrebbe sapere bene: perché visti i fallimenti delle azioni sinora affrontate dai sindaci, questo forse è l’unico modo utile a farsi ascoltare da Bonaccini affinché faccia marcia indietro sulla propria decisione, per tramite dell’Ausl, di sopprimere l’automedica che faceva base a Meldola a favore di Forlì e di tutto il comprensorio forlivese. Questo ci interessa, ma capiamo che Valbonesi e il Pd debbano far di tutto per non contraddire il direttore generale solo perché è uomo di fiducia nominato da Bonaccini. Ma il sindaco di Santa Sofia si copre quasi di ridicolo quando afferma che la questione andrebbe affrontata in Provincia, proprio quella Provincia guidata dal sindaco di Cesena Enzo Lattuca che, senza neppure che nessuno glielo chiedesse, si è subito detto favorevole al taglio dell’automedica, che ha venduto il territorio forlivese senza tenere conto delle osservazione dei 15 sindaci del comprensorio, che ha seguito senza battere ciglio le indicazioni del partito – conclude Luca Bartolini – se dovessimo giocare questa partita in Provincia la partita sarebbe già persa. Ecco perché abbiamo promosso la raccolta firme, senza politicizzarla ma per il bene del territorio e di tutti i suoi cittadini“.

Il gruppo consiliare di Fratelli di Italia presenta oggi un documento che chiede di ripristinare l’automedicalizzata Mike 42 con base a Meldola e invoca chi ha deliberato questa soluzione scellerata di tornare sui suoi passi. La scelta di sopprimere questo servizio, sostenuta pervicacemente da Tiziano Carradori, direttore generale dell’Azienda Usl della Romagna, assesta l’ennesimo colpo alla sanità forlivese sguarnendo di un presidio essenziale di pronto soccorso l’area collinare e montana del nostro comprensorio, con il proposito velleitario di servire con l’unico mezzo presente oggi in città anche i comuni limitrofi. Occorre riattivare al più presto il servizio, l’opinione pubblica lo richiede”: lo invoca Fabrizio Ragni, consigliere comunale di Forlì, che è intervenuto a nome del gruppo su questo tema nella seduta pomeridiana del 23 gennaio del consiglio comunale di Forlì.

«Troviamo assurde, allucinanti, se non ispirate da una convinzione politica e ideologica cesena-centrica, che oggettivamente ci penalizza, le dichiarazioni del presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, che dopo aver difeso l’Ausl, si azzarda a bacchettare i sindaci dei 15 comuni forlivesi che hanno chiesto di ripristinare il servizio dell’automedicalizzata accusandoli di: “non conoscere la situazione sanitaria locale e la carenza dei medici del Pronto Soccorso”. Mettendo in un unico calderone situazioni diverse e dimenticandosi che la responsabilità dei tagli selvaggi alla sanità è tutta in capo ai suoi colleghi di partito ed alla classe politica di centrosinistra che ha governato Regione, Provincia e gran parte dei Comuni negli ultimi decenni! Pensiamo: alla chiusura dei cosiddetti piccoli ospedali della Romagna, al taglio dei posti letto, alla diminuzione delle prestazioni erogate ai cittadini, al problema delle lunghe liste d’attesa. Questi tagli sono tutti in capo alla sinistra»: aggiunge il consigliere comunale Fabrizio Ragni, intervenuto in aula a nome di tutto il gruppo comunale di Fratelli d’Italia.

«Il tentativo di alcuni esponenti del centrosinistra di scaricare addirittura sul governo Meloni, dunque sul piano nazionale, la responsabilità di una decisione tutta locale e frutto di una valutazione dei manager di nomina politica locale è un triste tentativo di sviare su altri decisioni scellerate. E troviamo assurdo sentir parlare di: “risparmio di soldi pubblici e di ottimizzazione di servizi”, come ha detto Lattuca, mentre poco più di un anno fa la giunta regionale di sinistra di Bonaccini lanciava il progetto della nuova figura del ‘direttore assistenziale’ nelle 12 aziende sanitarie regionali, 15 ulteriori poltrone con relativi staff di supporto, a elevato costo di denaro pubblico e senza alcun beneficio concreto per la collettività»: ricorda ancora il consigliere comunale di FdI Fabrizio Ragni.

Da queste persone non possiamo prendere lezioni. E non si azzardino – vero Lattuca?! – a differenziare i servizi in base al colore politico di chi governa il territorio: figli e figliastri tra Cesena e Forlì. La salute è un bene comune ed un diritto che il servizio sanitario pubblico debba essere assicurato in misura eguale a ogni persona: forlivesi e cesenati indistintamente“: conclude Fabrizio Ragni che – a nome del gruppo FdI – ha illustrato in consiglio comunale un ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia che impegna il sindaco e la giunta a farsi portavoce dell’appello lanciato qualche settimana fa dai 15 sindaci del comprensorio forlivese attivandosi presso la dirigenza di Ausl Romagna affinché venga ripristinato nel comune di Meldola l’automedica Mike 42 per garantire la copertura del servizio anche nel territorio forlivese.