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Disturbi alimentari. In Regione il Pd condivide la risoluzione di Pompignoli
Porta la prima firma del consigliere regionale della Lega Massimiliano Pompignoli la risoluzione bipartisan che impegna la giunta dell’Emilia-Romagna “a sostenere e potenziare su tutto il territorio regionale le terapie di chi soffre di disturbi alimentari; un fenomeno drammaticamente in aumento, in particolare tra i giovani e le donne”. L’atto è stato firmato anche da Ottavia Soncini e Francesca Marchetti del Partito democratico.
“Questa risoluzione – spiega Pompignoli – è frutto di un lungo percorso di approfondimento che ci ha visti lavorare in maniera condivisa per aiutare con strumenti concreti chi soffre di questa insidiosa e diffusa patologia. In regione, nel 2021, sono stati 2.008 i pazienti presi in carico per disturbi del comportamento alimentare, tra Centri di salute mentale (1.379 persone, il 91% donne) e Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza (629), con un aumento del 27,5% rispetto all’anno precedente (1.575). Alcune situazioni si sono aggravate tanto da richiedere il ricovero ospedaliero: complessivamente 856 persone di tutte le età, di cui 701 donne (l’81,9%)” si sottolinea. Infine, oltre due terzi degli assistiti (1.396, pari al 69,5%) si concentra tra i 12 e i 30 anni, con un incremento del 51,9% complessivo e del 124,4% tra i minori, rispetto al 2016, complice anche la pandemia da Covid”.
Nel testo si chiede inoltre che le linee di intervento di Dna (Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione) e Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) vengano uniformate in tutte le aziende usl della Regione. Si sollecita poi l’attivazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto quale strumento di sostegno delle famiglie e persone coinvolte dalle problematiche legati ai Dna, anche con il coinvolgimento dei soggetti della rete regionale. Si chiede, inoltre, che vengano potenziati i programmi di trattamenti integrati Ebm medico-nutrizionale, psicologico, psicoterapeutico, psicologico, psicoterapeutico, psichiatrico, neuropsichiatrico e riabilitativo psiconutrizionale. Infine, si chiede di valutare il rafforzamento del personale dedicato, con attenzione particolare ai neuropsichiatri infantili, nei distretti in cui è articolata la rete di supporto ai dna.
“Nei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione si intersecano diverse problematiche di tipo biologico, psichico, familiare e socioculturale che necessitano di trattamenti specializzati da parte di équipe che lavorano in modo integrato – conclude Pompignoli, il quale mette in evidenza l’informativa di ottobre, in commissione Salute, sul – Programma regionale di contrasto ai Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione“.