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“Charity Dinner Ior”: Forlì raccoglie oltre 14.000 euro contro il cancro
Mercoledì 14 dicembre si è tenuto all’Auditorium della Chiesa di San Giacomo, il “Charity Dinner Ior” della sede di Forlì, l’ultimo evento ufficiale di raccolta fondi per il 2022 organizzato direttamente dall’Istituto Oncologico Romagnolo. Il territorio ha risposto come sempre presente in maniera convinta e massiccia: circa 190 persone hanno deciso di partecipare alla serata, per un incasso di oltre 14.000 euro che andrà a sostenere in toto la causa della ricerca scientifica più promettente e innovativa portata avanti dall’Irst Irccs. In particolare, la causa dell’evento era incentrata sull’immunoterapia, un’innovativa strategia di cura che punta a risvegliare il sistema immunitario che in qualche modo ha tollerato la presenza e la crescita del tumore e che ha già dato grandi risultati su vari tipi di neoplasie: in questo senso lampanti sono i dati di sopravvivenza del melanoma in stadio avanzato, che da 7 mesi è aumentata fino a 72 mesi.
È toccato al professore Pierfranco Conte, Coordinatore della Rete Oncologica Veneta e collaboratore Irst, grazie proprio al sostegno dello Ior, per lo specifico dei tumori alla mammella, assumere il pesante testimone del professore Dino Amadori in qualità di divulgatore scientifico e spiegare ai presenti nel corso della serata cosa significhi fare ricerca oggi. «Dal punto di vista biologico oramai conosciamo i motivi per cui una cellula normale si trasforma in tumorale – ha spiegato – così come conosciamo i meccanismi che permettono alla patologia di sfuggire al nostro sistema immunitario e in seguito resistere anche all’attacco dei farmaci più potenti: ma non sempre tutte queste scoperte si traducono in un effettivo vantaggio per il paziente. Per questo credo che ci sia ancora molto da fare dal punto di vista della ricerca traslazionale, ovvero quella branca che punta a portare nel più breve tempo possibile i risultati preclinici al letto del malato. Sempre più persone guariscono di cancro e sempre più persone riescono a cronicizzarlo rendendolo una condizione con cui convivere a lungo mantenendo un’ottima qualità di vita: ma i pazienti che soffrono e che muoiono sono ancora molti. Da questo punto di vista è molto importante parlare di ciò che ancora manca per la sconfitta dei tumori anche in serate conviviali di questo genere: aumentare la consapevolezza dei problemi che ancora esistono è fondamentale perché ritengo che le istituzioni e le associazioni di volontariato possano fare molto per indirizzare la ricerca affinché essa non punti solo ed esclusivamente alla grande pubblicazione scientifica, ma vada incontro a quelle che sono le autentiche esigenze dei pazienti».
Il presidente IOR, Luca Panzavolta, ha parlato tra le altre cose anche dei motivi che hanno indotto l’organizzazione no-profit a stringere questa collaborazione con il professore Pierfranco Conte: «Si tratta di una persona di grande esperienza, di un luminare nel suo campo, quindi abbiamo deciso di portare il suo contributo non solo a vantaggio della crescita scientifica e formativa dell’Irst di Meldola ma anche di tutta la sanità pubblica del nostro territorio impegnata nella realizzazione di quella rete oncologica su cui già Dino Amadori insisteva nell’identificare come unico orizzonte possibile per migliorare ancora di più gli standard d’eccellenza con cui le nostre strutture prendono in carico dei pazienti che soffrono di cancro. La mission dello IOR è da sempre quella di assistere le persone che ricevono una diagnosi di tumore e di favorire la crescita della ricerca e della cura di quello che è sicuramente il male del secolo: questo obiettivo non può essere realizzato se non lavorando spalla a spalla proprio con le istituzioni sanitarie pubbliche, mettendo a disposizione non solo risorse ma anche esperienza e professionalità. Per questo la serata di stasera è tanto importante: non solo per raccogliere fondi, ma per ribadire il patto già in essere tra IOR e comunità forlivese, un patto che si rinnova ogni anno e che ha come esempio più lampante il convinto sostegno che riconosciamo all’Irst di Meldola per il grande lavoro che svolge. Dai risultati che arrivano dalla letteratura scientifica non possiamo non ritenere l’immunoterapia la nuova frontiera della lotta contro il cancro: per questo motivo tutti i nostri eventi di territorio sono stati dedicati a questa causa e sono molto felice di come anche stasera le persone abbiano compreso l’importanza della causa e si siano presentate numerose».
Non è voluto mancare nemmeno il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini: «È una serata meravigliosa che ha luogo in un ambiente meraviglioso per sostenere una realtà meravigliosa. Ho sempre affermato che nel nostro territorio una delle cose più importanti e più belle successe dal Dopoguerra ad oggi è stata la creazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo, che ha portato in questa terra la cultura dei corretti stili di vita, della prevenzione, del sostegno della ricerca e della cura di chi soffre, e dell’Irst, che trasla tutti questi aspetti nella pratica quotidiana. Questa serata è quindi anche una sorta di tributo alla persona che più di ogni altra ha contribuito a rendere realtà questi due grandi Istituti: il professor Dino Amadori. Sono sicuro che sarebbe stato soddisfatto di vedere questa unione virtuosa tra pubblico, privato e istituzioni: è la dimostrazione che quando si gioca di squadra e ognuno fa la propria parte, i risultati che scaturiscono non possono che essere eccellenti».