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Presentazione del libro “La morte, la fanciulla e l’orco rosso”

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Ultimo aggiornamento:

L’Anpi provinciale di Forlì-Cesena e la sezione forlivese presentano venerdì 18 novembre, al Games Bond, in via Daverio 5 a Forlì alle 18,30, il libro del collettivo Nicoletta Bourbaki, “La morte, la fanciulla e l’orco rosso”.
Mark Bloch, uno tra i più grandi storici, morto da partigiano, combattendo contro i nazisti scrive: «Perché l’errore di un testimone divenga quello di molti uomini, perché una cattiva osservazione si trasformi in una voce falsa, occorre anche che lo stato della società favorisca questa diffusione».

Questo è successo, in Italia a partire dagli anni 90, quando la destra ha usato strumentalmente la lotta partigiana, costruendo falsi che non hanno nulla di storico. Il libro, appunto affronta il tema di uno di questi presunti crimini partigiani, concentrandosi sul “caso” Giuseppina Ghersi, adolescente uccisa a Savona nell’aprile 1945. Per decenni trascurata dagli stessi neofascisti, nel nuovo secolo la morte di Giuseppina è diventata un leitmotiv della destra ligure, col tempo arricchendosi di dettagli sempre più macabri. La storia era ormai splatter quando nel 2017 i media nazionali l’hanno ripresa e diffusa senza alcuna verifica.

Per stabilire la verità storica Nicoletta Bourbaki ha avviato un lungo lavoro di ricerca negli archivi, sopralluoghi, raffronto di documenti e testimonianze. Va detto subito: la storia della «bambina vittima dei partigiani-mostri» è falsa in quasi ogni suo elemento, a cominciare dal mai esistito «tema dedicato al duce», che da solo avrebbe scatenato l’odio dei «rossi».
Sul caso Ghersi, spiega il libro, non pesò alcuna «congiura del silenzio». Vi furono inchieste e processi, nei cui atti i dettagli horror cari ai fascisti non trovano riscontro, come non lo trova l’accusa più infamante, quella di stupro. Indagando, Nicoletta si è imbattuta in un altro «crimine partigiano», anch’esso ambientato in Liguria: l’«eccidio di Monte Manfrei». Due casi intriganti perché emblematici. Smontandoli, vediamo come funziona la macchina delle storie antipartigiane, e come nell’attuale infosfera tali storie diventino virali.

Comitato Nicoletta Bourbaki. È un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete e sulle false notizie a tema storico, nato nel 2012 durante una discussione su Giap, il blog di Wu Ming. Ne fanno parte storici, ricercatori di varie discipline, scrittori, attivisti e semplici appassionati di storia. Il nome allude al collettivo di matematici noto con lo pseudonimo Nicolas Bourbaki attivo in Francia dagli anni trenta agli anni ottanta del ventesimo secolo. Il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki ha all’attivo diverse inchieste sulle manipolazioni politiche della Wikipedia in lingua italiana e sui falsi storici in tema di foibe.