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Marchi: «Lavoro sì, burocrazia no»

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«Sono intervenuto nell’ultima seduta del Consiglio comunale su una delibera che riguardava l’approvazione di un progetto di ampliamento della sede aziendale di un imprenditore che chiedeva semplicemente una variazione della destinazione d’uso di una parte di un capannone già in suo utilizzo da agricola ad attività artigianale (si tratta del laboratorio di un fornaio). Per arrivare finalmente all’approvazione di questa delibera sono stati necessari parecchi mesi, molte spese sostenute dall’imprenditore, molti soggetti coinvolti nell’iter procedurale, molte ore di lavoro e costi indiretti sostenuti anche dalla pubblica amministrazione e addirittura 86 pagine di dossier! Quanta carta, quanto tempo, quanto lavoro e quanti soldi spesi?» si domanda Massimo Marchi consigliere comunale di Italia Viva.

«Parliamo tanto di produttività ma come pensiamo di essere competitivi in queste condizioni? I nostri imprenditori, tutti coloro che producono ricchezza e lavoro devono combattere ogni giorno per fronteggiare difficoltà enormi come ad esempio il “caro bollette” e gli aumenti generalizzati delle materie prime. Non possiamo far pagare a loro anche le colpe delle lentezze, delle inefficienze, dei cavilli e della burocrazia. Un procedimento come quello all’ordine del giorno del Consiglio di lunedì dovrebbe poter trovare soluzione e conclusione in tempi decisamente più rapidi e con costi decisamente più contenuti» insiste Marchi.

«Come amministratori pubblici abbiamo il dovere di fare qualcosa di concreto per snellire e velocizzare, in una parola sburocratizzare. Anche noi dobbiamo fare la nostra parte e magari dedicare più risorse sia umane che economiche a qualcosa di più utile ed importante come ad esempio la “digitalizzazione dell’Archivio Comunale”. Come Italia Viva Forlì abbiamo ribadito in modo forte e chiaro questi concetti, nella speranza che il prossimo imprenditore che chiede in sostanza solo di poter lavorare possa trovare nell’Amministrazione un alleato e soprattutto risposte più veloci alle sue domande» conclude Massimo Marchi.