statistiche siti
4live Logo 4live Logo

Leggilo in 2 minuti

Interpellanza su 60 progetti delle 7 diocesi romagnole per l’adeguamento sismico non ammessi al Pnrr

img of Interpellanza su 60 progetti delle 7 diocesi romagnole per l’adeguamento sismico non ammessi al Pnrr
Ultimo aggiornamento:

Domani mattina l’onorevole forlivese Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia, porrà alla Camera un’interpellanza urgente al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sul perché 60 progetti delle sette diocesi della Romagna riguardanti l’adeguamento sismico non siano stati messi a finanziamento nella partita del Pnrr. Invece, i progetti delle diocesi dell’Emilia sì.

L’interpellanza al Governo sarà trasmessa sul canale televisivo della Camera e sulla web tv sempre della Camera. Fra i 60 progetti delle sette diocesi romagnole, presentati lo scorso febbraio al ministero della Cultura e non ammessi a finanziamento (circa 12milioni di euro), ci sono anche le cattedrali di Ravenna, Forlì e Cesena, molte altre chiese, abbazie e luoghi di culto.

Per approfondire la questione, la deputata Tassinari ha già incontrato alcuni vescovi, fra cui Livio Corazza di Forlì-Bertinoro e Mario Toso di Faenza-Modigliana. A quest’ultimo incontro hanno partecipato anche Bruno Fantinelli, coordinatore provinciale di Forza Italia di Ravenna, e Ulisse Babini. Spiega la deputata Tassinari: “Il patrimonio ecclesiastico non va messo in sicurezza solo per il presente, ma anche per progettare l’avvenire e ripensare le tante presenze che caratterizzano non solo la Romagna o una regione, ma tutto il territorio nazionale. Tale patrimonio ha anche lo scopo di ripensare le tante presenze artistiche che formano un patrimonio comune”.

Sostiene a questo proposito il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei: “Il patrimonio ecclesiastico non è mai una questione legata solamente all’appartenenza religiosa, ma è e deve essere un fatto di comunità”. “Questo – prosegue la parlamentare romagnola – è dimostrato da tante chiese, che non sono soltanto luoghi di culto, ma spesso sono aperte anche per incontri culturali, spettacoli e concerti, sono aperte
al dialogo interreligioso e interculturale e alla promozione integrale dell’uomo”.

E conclude: “Questo vale in particolare per i paesi e le piccole città, come ho sperimentato io da sindaco e amministratore, dove i luoghi di culto spesso suppliscono alle carenze di strutture pubbliche a servizio della cultura e di manifestazioni per tutta la comunità oppure perché le chiese sono molto accoglienti per spazio, acustica e bellezza. Quindi chiedo al ministro della Cultura di rimediare all’esclusione”.