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Chiusa “O Roma o morte” mostra di dignità della storia

Di Franco D'Emilio Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 7 novembre 2022
Chiusa “O Roma o morte” mostra di dignità della storia

Qualche giornalista, supponendo a torto che fosse un evento celebrativo, apologetico del Fascismo, l’aveva definita “la mostra della vergogna”, adesso, invece, possiamo affermare con soddisfazione che “O Roma o morte. Un secolo dalla Marcia”, conclusasi a Predappio dopo sei mesi di apertura al pubblico, si è rivelata appieno una mostra della dignità della storia, raccontata e documentata con obiettività, imparzialità, insomma grande rispetto della verità.

Sconfitta è risultata taluna sicumera giornalistica di dire, scrivere, comunque, male di un’esposizione storico-documentaria, magari anche senza visitarla, nella convinzione a priori che un percorso sulla memoria della Marcia su Roma, nella ricorrenza del suo centenario, dovesse per forza essere un’iniziativa faziosa a fosche tinte neofasciste.
Così non è stato, “O Roma o morte” lo ha concretamente dimostrato, guidando i tanti visitatori alla conoscenza, all’approfondimento, offrendo loro contenuti, immagini e cimeli che muovessero, qualunque essa fosse, una ferma riflessione critica, fondamento, quindi, di un giudizio senza peli sulla mostra stessa.

“O Roma o morte” ha vinto la sua sfida, consapevole, sin dall’apertura, quanto sarebbe stata avversata da pregiudizi ideologici, da astiosità politica, da tanta ostilità partigiana.
I numeri testimoniano, innanzitutto, un grande successo di pubblico, 4.456 visitatori, con una media mensile di 742 in aperture perlopiù nel fine settimana: da nord a sud, dalla penisola e dalle grandi isole la provenienza degli italiani, segnata sicuramente dalla maggiore presenza di veneti, friulani, toscani e lombardi; significativa la partecipazione del pubblico straniero, pari a 356 unità, l’8%, provenienti ampiamente dall’Europa, compresi l’area balcanica, poi dall’America latina (Argentina, Brasile), anche per l’origine italiana di tanti suoi abitanti; infine non sono mancati, pur se esigui, ma per questo eccezionali, visitatori dagli Stati Uniti e, addirittura, dal Giappone.

Parallelamente, il catalogo della mostra è stato venduto, direttamente in mostra o per corrispondenza, in 638 copie, dunque poco sopra i 100 pezzi mensili. Vasto è stato anche l’interesse mediatico attorno a “O Roma o morte” da parte di varie testate giornalistiche o emittenti radiotelevisive, straniere e italiane, come numericamente indicato di seguito: Italia (7), Germania (4), Francia (3), Svizzera (2), Gran Bretagna (2), Austria (1), Croazia (1), Olanda (1), Svezia (1), USA (1).

Con la chiusura di O Roma o morte si è concluso un grande impegno culturale che, diversamente, ma con lo stesso entusiasmo, ha coinvolto i curatori e i collezionisti prestatori dei cimeli, gli sponsor e i tanti sostenitori, l’addetto alla mostra e, soprattutto, i visitatori, fruitori e giudici di tanto lavoro. Forse, si poteva fare meglio e di più, ma non è stato facile con tanti a remare contro. I curatori, Franco D’Emilio e Francesco Minutillo, quest’ultimo anche presidente della Fondazione Memoria Predappio, promotrice della mostra, hanno vissuto una grande avventura che è stata anche di cordialità, di incontro, pure di allegria con tanti visitatori, spesso manifestamente dichiaratisi di varia, contrastante posizione politica, ma sempre amici di schietto confronto.
O Roma o morte ha chiuso nella soddisfazione di aver offerto un importante momento di storia, perché no, di festa della storia.

Franco D’Emilio

L'autore

Franco D'Emilio
Franco D'Emilio

Origini toscane, ma forlivese d’adozione dal 1986, per 38 anni funzionario scientifico del Ministero della cultura nel settore degli archivi, biblioteche e dei beni artistici, storici. Curatore di numerose mostre storico-documentarie d’iniziativa pubblica e/o privata. Autore di pubblicazioni prevalentemente sulla storia italiana contemporanea. Collaboratore di testate giornalistiche ed agenzie di stampa, locali o nazionali.

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