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Viale Libertà sito Unesco? Di Maio: «Prima Forlì si candidi a capitale italiana della cultura»

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Il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, ha proposto di candidare a patrimonio Unesco l’area di viale Libertà (la zona del ‘viale della stazione’ perchè non è di Forlì) per il suo assai rilevante valore architettonico. La trovo un’idea suggestiva, anche perchè l’architettura razionalista trova in Forlì – e nel suo comprensorio – qualcosa di unico. Non a caso, del resto, Forlì a altri Comuni del comprensorio aderiscono ad Atrium, la rotta culturale europea dedicata alla valorizzazione dell’architettura dei regimi totalitari. Una vocazione europea naturale, dunque, e se il sindaco deciderà di lavorare concretamente nella direzione proposta, non potrà che trovarmi e trovarci al suo fianco” è il commento del deputato di Italia Viva Marco Di Maio.

Tuttavia ritengo – continua il parlamentare – che per ambire a questo titolo serva un progetto ambizioso, capace di coinvolgere tutto il territorio. Perciò credo sia propizio questo tempo per candidare Forlì e la sua provincia di Forlì-Cesena a capitale italiana della cultura. Un riconoscimento più abbordabile e per il quale è necessario elaborare un progetto culturale di valorizzazione del proprio patrimonio, delle professionalità, degli operatori culturali e delle associazioni attive sul territorio. Forlì ha dimostrato in questi anni, grazie alle grandi mostre e al conseguente stimolo allo sviluppo di iniziative culturali, di avere le carte in regola per guidare una candidatura di questo tipo”.

Assieme al comprensorio cesenate, poi, si potrebbe costituire un progetto di vastissima portata che va da perle di rango eccelso come la Biblioteca Malatestiana e le grandi mostre del San Domenico (pluripremiate a livello internazionale) fino ai tesori del nostro entroterra appenninico e molto altro. Quello che finora è sempre mancato, però, è un progetto complessivo che unisca tutto ciò in un’unica visione di prospettiva e di valorizzazione; che sarebbe, invece, il requisito fondamentale per candidarsi al titolo di capitale italiana della cultura. Un lavoro prodromico per la candidatura a patrimonio Unesco. Se non ci prova una provincia che da oltre un decennio riesce a organizzare mostre capaci di arrivare anche ad oltre 100mila visitatori e che già vanta siti di valore planetario come la Malatestiana a Cesena; che organizza eventi di richiamo internazionale; che gode della presenza di campus universitari d’eccellenza e corsi di laurea tra i migliori del Paese; che conta su un comprensorio che va dalla montagna fino al mare con monumenti, storie e giacimenti di grande valore; che presenta siti storici che hanno segnato la storia del Novecento con un’architettura ancora presente e ben conservata, unica al mondo; che possiede siti naturalistici unici e inseriti nelle liste Unesco, come le Foreste Casentinesi; che possiede prodotti eno-gastronomici di impareggiabile qualità; se non ci prova un territorio con tutto questo e molto altro, chi deve provarci? Con un po’ di orgoglio, ambizione e unità di intenti, ce la potremmo fare. E allora lavoriamo insieme su questo. Io sono pronto a fare la mia parte con tutti quelli che ci stanno, indipendentemente dal colore politico, come del resto ho sempre fatto” conclude Di Maio.