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In politica per caso
Tra i risultati delle elezioni dei Comuni romagnoli appena terminate, spicca quello di Riccione per due motivi. Il primo è il ritorno del centrosinistra alla guida della perla verde con la nuova sindaca Daniela Angelini dopo i due mandati targati centro destra di Renata Tosi. Il secondo ci offre l’opportunità per un più interessante spunto di riflessione, soprattutto per i contenuti politici che a volte i candidati sindaci offrono alla comunità per convincerla ad eleggerli alla guida della città. La sconfitta di Claudio Cecchetto dimostra che il suo progetto politico non ha convinto l’elettorato riccionese e questo è un fatto. La sua lista personale ha raccolto meno di 900 voti, la lista Riccione Civica che lo sosteneva poco più di 300 preferenze e Fratelli di Riccione, l’ultima lista nata con l’intento di raccogliere consensi a destra, ha raccolto rimasugli quantificabili in appena 90 voti.
Ieri dopo la sconfitta sul portale web d’informazione Altarimini.it Cecchetto ha definito i suoi elettori “visionari” e ha ragione, se l’aggettivo viene interpretato con l’accezione di coloro che immaginano e ritengono vere cose non corrispondenti alla realtà o elaborano disegni inattuabili. I motivi di una sconfitta così eclatante vanno infatti ricercati nel progetto politico caratterizzato da infinite banalità e da una inconsistenza fattuale da far rabbrividire un orso polare. A cominciare dallo slogan sui manifesti comparso nelle strade di Riccione nel periodo natalizio: Riccione che spettacolo”. Slogan la cui spiegazione durante la campagna elettorale ne ha aggravato la fumosità: che spettacolo di mare, che spettacolo viale Ceccarini, che spettacolo la vacanza, che spettacolo come se fosse antani.
La proposta poi di allungare viale Ceccarini con un pontile ed entrare in mare denota una certa perspicacia ma soprattutto quanto fosse necessaria per Riccione un’opera del genere. Per allungare la stagione l’idea è quella di organizzare eventi, Cecchetto propone l’esposizione di opere d’arte moderna, iniziando riempiendo il municipio. Io invece, sfruttando “il pontile di viale Ceccarini”, avrei proposto l’introduzione della foca in Adriatico. La riqualificazione poi delle colonie e dei soggiorni marini diroccati, però di competenza della Regione, erano un altro obbiettivo del programma. Come? “Basta andare là e farsi sentire”. Ed è ovvio che a quel punto la Regione avrebbe sborsato milioni e riqualificato edifici in totale degrado da 50 anni. Come è stato possibile non averci pensato prima?
Un’altra idea geniale che dimostra che dietro Cecchetto c’è probabilmente un team di scienziati, era l’istituzione dell’università dell’accoglienza, che non vuol dire nulla ma scalda i cuori. Per le entrate stradali della località turistica romagnola pensava fosse necessario “far capire che stai entrando a Riccione, una volta facevano gli archi”. Si al tempo dei romani ma se qualche elettore aveva qualche dubbio, ascoltando quest’ultima proposta, se l’è tolto. Gli endorsment poi ricevuti da personaggi pubblici del calibro di Sabrina Salerno e Jo Squillo non credo abbiano aiutato anzi, quello di Jovanotti poi deve aver scosso i cuori degli intellettuali riccionesi per la profondità politica: “Claudio Cecchetto ama Riccione sono con lui”.
L’intervista “A Tempo Reale” su Icaro TV è probabilmente la sintesi migliore dell’evanescenza del progetto politico dell’ex talent scout e di quanta retorica e luoghi comuni sia stata caratterizzata la proposta di cambiamento offerta legittimamente dall’ex DJ. Subito dopo la sconfitta però ha promesso che farà il consigliere comunale d’opposizione, come se ci fosse bisogno di confermare un impegno come quello di entrare in politica preso con i suoi elettori. Ma forse questa conferma era necessaria visto che solo 3 anni fa a Misano Adriatico fu sconfitto alle elezioni comunali in cui si era candidato sindaco, dopodiché partecipò al primo consiglio comunale o giù di lì e poi lasciò l’impegno di consigliere senza in pratica nemmeno iniziare il mandato. Ieri commentava quell’esperienza su Altarimini.it così: “A Misano mi sono trovato per caso”. Che spettacolo!
Giorgio Venturi