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PD: “È bastata la festa delle famiglie a mettere in luce le criticità del centrodestra”

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Solidarietà, responsabilità e attenzione alle violazioni alla dignità della persona. Nella Giornata internazionale contro l’omofobia facciamo nostre le parole e l’appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché ogni giorno, ognuno nella propria comunità, si impegni per promuovere e radicare la cultura del rispetto e della dignità delle persone, di ogni persona indipendentemente dall’orientamento sessuale” così il Gruppo consiliare del Partito Democratico in Consiglio comunale, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia indetta con indetta con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007 e riconosciuta da Unione europea e Nazioni Unite in oltre 130 Paesi del mondo: una data, quella del 17 maggio, simbolica poiché in quello stesso giorno del 1990 l’Organizzazione mondiale della Sanità eliminava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.

Molto resta ancora da fare contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere – proseguono i consiglieri – soprattutto in termini educativi rispetto alle nuove generazioni. Ecco perché rinnoviamo il nostro impegno nella difesa delle libertà fondamentali e dell’affermazione di pari diritti, nel rispetto dell’altro e delle sue scelte”.

Piace constatare – concludono – che la nostra città si è dimostrata particolarmente sensibile al tema, in occasione della recente iniziativa ospitata al parco urbano. A conferma del fatto che Forlì, i cittadini forlivesi, per cultura e matrice sociale, sono a favore di una società aperta e inclusiva”.

E, a proposito della Festa delle Famiglie Arcobaleno, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Forlì, oggetto dell’infuocato consiglio comunale di ieri pomeriggio, precisa il Gruppo.
È bastata una gioiosa domenica al parco urbano per mettere in luce tutte le criticità e le divisioni di una maggioranza ormai senza maggioranza e governo, nonché gli ormai evidenti conflitti interni che certo non giovano al futuro di Forlì. A meno di tre anni dal suo insediamento, questa Giunta non riesce ormai più a nascondere divisioni, o meglio, lacerazioni, su temi portanti della società e della città in particolare. Crediamo quindi che sia arrivato il momento di fare chiarezza, non solo in consiglio comunale, ma soprattutto nei confronti dei cittadini forlivesi” conclude la nota del Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Forlì.

La polemica interna alla maggioranza in merito al patrocinio concesso alla Festa delle famiglie arcobaleno ha raggiunto negli ultimi giorni connotati sconcertanti. Da una parte abbiamo un Assessore che dichiara di aver concesso un patrocinio ad una iniziativa che non condivide, dall’altra i suoi colleghi di Giunta che, dopo aver partecipato alla riunione in cui si è deciso il patrocinio, escono sui giornali per dissociarsi dalla decisione. In mezzo un Sindaco silente, come se la questione non lo riguardasse, e sei consiglieri di maggioranza che hanno depositato una mozione di sfiducia contro il loro Assessore. Ad essere andato clamorosamente in pezzi è il disperato tentativo della Giunta Zattini di mantenersi in una confortevole ambiguità sul tema dei diritti civili, comportamento già manifestatosi qualche mese fa con la surreale vicenda dei fondi regionali ottenuti dall’Assessorato alle Pari opportunità per progetti contro le discriminazioni per orientamento sessuale, progetti che però l’Assessora competente dichiarava di non condividere, sebbene li avesse appena presentati” è il commento di Federico Morgagni di Forlì&Co.

Priva del coraggio necessario per sfidare l’impopolarità che deriverebbe da scelte coerenti con le posizioni ideologiche e radicali della propria maggioranza, e della volontà politica di schierare il Comune davvero al fianco di chi lotta le discriminazioni, così come invece chiedono tantissimi forlivesi, l’Amministrazione si è sforzata di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, in un gioco degli equivoci fatto di improbabili equilibrismi. Ma i diritti civili non sono un terreno per le ambiguità. Nel caso in specie, è evidente che l’atto formale di concedere il patrocinio non si può separare dalla sostanza di essere al fianco di quelle famiglie nella lotta per una società pluralista ed inclusiva, né può essere presentato come una sorta di graziosa concessione dell’Assessore alla Cultura del Comune di Forlì ma discende invece dai principi di rispetto per i diritti di ogni persona e di tutela dell’uguaglianza e delle pari opportunità fra tutti i cittadini sanciti dalla nostra Costituzione e proprio oggi definiti “inderogabili” dal Presidente della Repubblica Mattarella. Sono questi stessi principi, del resto, che impongono a chi amministra le istituzioni un impegno costante per promuovere una cultura fondata sui valori dell’inclusione, della parità e del rispetto per ogni persona, combattendo ogni discriminazione per razza, genere o orientamento sessuale. E’ a causa di questa incoerenza di fondo che è bastata una semplice (e persino scontata) richiesta di patrocinio per un evento che già godeva del sostegno della Regione, dell’Università di Bologna e di decine di associazioni ed enti locali del territorio per far venire al pettine gli escamotage e le astuzie di corto respiro dell’Amministrazione.
A questo punto tocca al Sindaco di Forlì uscire dall’ambiguità e fare chiarezza di fronte ai cittadini, precisando pubblicamente in quale tipo di società si riconosce la sua Amministrazione, se aperta e pluralista oppure oscurantista e discriminatoria.
E sempre il Sindaco dovrà sciogliere l’enorme nodo politico venuto alla luce con questa vicenda, e cioè se questa maggioranza, squassata dagli scontri intestini, dalle divisioni e dalle accuse incrociate, sia ancora in grado di governare la città” conclude Morgagni.