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Dalla Cardiologia parte lo studio su una rara forma di malattia coronarica

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È partito dalla Unità Operativa di Cardiologia di Forlì, diretta da Marcello Galvani, il registro nazionale ITACA (The Italian Coronary Artery Aneurysm and Ectasia Observational Study In Patients With Acute Coronary Syndrome), uno studio ideato e coordinato dalla Unità di Emodinamica diretta da Fabio Tarantino e patrocinato dalla Fondazione della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE Foundation), che avrà come scopo quello di valutare l’impatto clinico degli aneurismi coronarici nei pazienti con sindrome coronarica acuta.

Il legame di questo studio con la città di Forlì è forte. Era infatti il 1761 quando il forlivese Giovanni Battista Morgagni, celebre per i suoi studi anatomici, descrisse per la prima volta nel De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis gli aneurismi coronarici, mentre si è dovuto aspettare il 1958 per avere il primo rilievo in vivo.

Lo studio Itaca – spiega Fabio Tarantino direttore di Emodinamica di Forlì e Cesena – è frutto di un progetto scientifico iniziato nel 2019. Da anni, nella pratica clinica quotidiana, siamo impediti dalle limitate evidenze scientifiche in questo campo che, spesso, non offrono le risposte attese e limitano la nostra capacità terapeutica. Ci siamo confrontati molte volte con altri centri attivi sul territorio nazionale e da queste interazioni è nata l’idea di uno studio nazionale che raccogliesse tutte le forze disponibili per arrivare ad un risultato comune. Dopo lungo periodo di gestazione, e grazie al lavoro infaticabile di Simone Grotti e alla collaborazione di tutta l’Equipe di Emodinamica di Forlì, a febbraio 2022 abbiamo arruolato nello studio il primo paziente a livello nazionale”.

Cosa sono gli aneurismi coronarici, da cosa sono causati e perché determinano problemi per i pazienti

La patologia aneurismatica coronarica – chiarisce Tarantino – è costituita da una anomala dilatazione dei vasi del cuore, un reperto non comune ma al tempo stesso nemmeno raro, che riguarda fino al 5% dei pazienti sottoposti a coronarografia. Purtroppo questa popolazione ha una prognosi peggiore, sia a breve che a lungo termine. Inoltre, nel caso in cui sia concomitante un infarto miocardico, l’aumentato rischio di eventi cardiovascolari diviene ancora più significativo. La loro causa è ancora oggetto di discussione scientifica e si pensa che siano diversi i processi in grado di contribuire allo sviluppo di queste dilatazioni anomale. Sappiamo – prosegue il cardiologo – che esiste una associazione con l’aterosclerosi coronarica e che altre patologie infiammatorie croniche ed autoimmuni sono considerate fattori predisponenti. Infine esistono dati che supportano la presenza di una suscettibilità genetica individuale. I vasi coronarici, quando dilatati infatti, sono maggiormente vulnerabili ed a rischio di fenomeni come trombosi, vasospasmo e rottura spontanea che possono condizionare un minore apporto di ossigeno al cuore, causando l’insorgenza di angina o addirittura di infarto”.

I centri che partecipano allo studio ITACA

Lo studio ITACA nasce dalla collaborazione con i più prestigiosi membri della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (SICI-GISE), da cui è patrocinato e promosso. Si tratta di studio multicentrico, che ad oggi conta 15 centri attivi sul territorio nazionale e più di 40 pazienti arruolati in due mesi. È inoltre in corso l’attivazione di ulteriori 25 centri nei prossimi mesi e speriamo che altri si aggiungano. Questi numeri sono la dimostrazione che Itaca ha attirato in pochissimo tempo l’interesse e l’entusiasmo di un folto gruppo di sperimentatori, vedendo aderire centri prestigiosi e ad alto volume”.

Gli obiettivi dello studio

Sappiamo che la presenza di aneurismi coronarici nei pazienti con infarto miocardico agisce negativamente sul successo delle procedure interventistiche e condiziona la prognosi a lungo termine. Quello che non sappiamo ancora nel dettaglio è quali siano il migliore approccio invasivo nella fase acuta e la più appropriata strategia farmacologica nelle fasi successive. Le complesse caratteristiche anatomiche degli aneurismi coronarici, assieme al fatto che non sono disponibili dispositivi dedicati e all’assenza di una terapia mirata e codificata, costituiscono appunto un grosso dilemma per il cardiologo. Itaca si propone proprio di rispondere a questi quesiti, ossia di scoprire quali siano i dispositivi più efficaci e di valutare il beneficio delle varie terapie antitrombotiche che oggi sono disponibili”.