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Balneazione chiusa al primo controllo

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Ultimo aggiornamento:

I risultati dei prelievi effettuati da Arpae del primo campionamento stagionale delle acque di balneazione della costa romagnola al fine di controllare l’eventuale inquinamento microbiologico, hanno mostrato gli ormai conclamati problemi fognari strutturali della nostra regione. Sono undici tratti di costa che sono stati chiusi temporaneamente alla balneazione per motivi igienico sanitari in seguito al superamento dei limiti di legge, riguardo gli Eschierica coli presenti nel mare.

I superamenti interesseranno le spiagge di:
Lido di Savio – Sud [Comune di Ravenna
Casalborsetti – 80 metri Foce Canale Destra Reno
Milano Marittima – 100m S Foce Scolo Cupa
Bellaria – Foce Vena 2
Bellaria – Pedrera Grande N
Torre Pedrera – Pedrera Grande S
Torre Pedrera – Cavallaccio
Torre Pedrera – Brancona
Viserbella – La Turchia
Viserba – Spina-Sacramora
Riccione – Foce Marano 50m N.

Saltano all’occhio il caso a nord del torrente Marano a Riccione, i cui problemi si manifestano con una certa regolarità da oltre 10 anni. È di pochi giorni fa la replica azzardata ma certamente legittima della sindaca riccionese Renata Tosi che sul Corriere Romagna rispondeva al PD riccionese in quale, riferendosi al torrente Marano, affermava che: “nella zona nord i problemi persistono, eccome”. La Tosi ribatteva seccata: ” Riteniamo politicamente intollerabile che si attacchino le acque di balneazione a fini propagandistici ed elettorali, quando l’unico ente pubblico deputato a certificare la qualità delle acque, ovvero Arpae, ha certificato il costante miglioramento delle medesime, anno dopo anno, fino ad arrivare, nel 2021, ad un giudizio di piena eccellenza su tutti e 8 i punti di prelievo esistenti a Riccione”.

Il punto è che molti sindaci rivieraschi commettono l’errore di rendere conseguente e matematico l’accostamento tra la classificazione della qualità dell’acqua di balneazione da parte di Arpae “Eccellente” e l’assenza di problemi di inquinamento microbiologico. Non è sempre così e le acque riccionesi sono l’esempio. Se a monte di un fiume c’è uno scolmatore fognario strutturale e le due analisi mensili di Arpae vengono fatte temporalmente lontano dalle sue aperture, i risultati saremmo sempre buoni e la classificazione sui cui essa si basa, risulterà eccellente lo stesso. Se poi come accade in 3 specchi d’acqua riccionesi, due dei quali a nord e a sud del Marano, sono state istituite misure preventive con tanto di ordinanza sindacale, quindi firmate dalla sindaca Tosi, che impongono all’apertura dello scolmatore fognario a monte la chiusura della balneazione temporanea x 18 ore, il binomio acque eccellenti e zero problemi di inquinamento risulta un ossimoro.

E la sindaca che appone la firma dovrebbe saperlo. Infatti per fare un esempio riccionese, durante l’estate scorsa nello specchio d’acqua denominato “Rio Asse sud” lo scolmatore fognario si è aperto 5 volte, facendo scattare l’obbligatoria chiusura temporanea della balneazione, ma poi l’acqua è stata classificata “Eccellente”. La Tosi continua poi sull’articolo ribadendo: “Che si sollevi anche solo “un dubbio” sulla qualità delle acque, per meri fini elettorali, è quanto più di lontano ci possa essere non solo dal nostro modo di intendere la politica come servizio, ma proprio anche di quanto più lontano ci possa essere dagli interessi della Nostra Riccione. La verità, alla fine, trionfa sempre!”. È vero… la verità alla fine “scolma” sempre”.

Giorgio Venturi