Leggilo in 1 minuto
Un fantasma si aggira per la scuola italiana: l’educazione civica
Siamo ormai alla fine dell’anno scolastico. È tempo di tirare le somme. Fra quelle che non tornano c’è l’educazione civica. Introdotta come contenitore di tante spinte della società civile – educazione stradale, ambientale, sessuale, ecc. -, è divenuta la prima materia cooperativa: ogni docente del corso deve fare alcune ore di lezione, produrre due voti per quadrimestre, e poi c’è un cireneo che fa la sintesi e mette il voto. Difficilissimo adottare volumi che vadano bene a tutti gl’insegnanti.
Si moltiplicano gli escamotage e la burocrazia. Si poteva fare meglio? Sì. Ad esempio, sostituire la valutazione con voto numerico con un giudizio globale ed escludere l’educazione civica dalla media. L’espressione di una valutazione collettiva sarebbe più semplice. Anche perché, dal momento che, nella scuola dell’obbligo, è vietato bocciare, quale senso civico può trasmettere la promozione con la media del 4? Magari anche in educazione civica?
Roberto Balzani