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Regolamento dehors. Forlì e Co: “La giunta fa pasticci e poi dà la colpa alle minoranze”

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Fanno pasticci, non sono capaci di risolverli e poi scaricano tutte le responsabilità su chi chiede semplicemente chiarezza dei provvedimenti amministrativi, senza margini di ambiguità a detrimento degli operatori del settore. Questo in sintesi è quanto è avvenuto durante il dibattito di ieri in Consiglio sull’approvazione del nuovo regolamento per i dehors. Ma stiamo ai fatti, ai quali invece non è costume della Lega attenersi nelle sue prese di posizione in Consiglio comunale e sulla stampa. Durante la Commissione consiliare di giovedì scorso, nella quale si era trattato il regolamento, il nostro gruppo aveva manifestato una condivisione delle sue finalità segnalando però come, per un evidente errore, mancasse proprio piazza Saffi nell’allegato elenco delle piazze e delle vie del centro identificate come di maggior valore ambientale, storico e architettonico (e dunque inibite alla realizzazione della categoria più invasiva di dehors)” è l’analisi di Giorgio Calderoni e Federico Morgagni di Forlì e Co.

Il gruppo consiliare del Partito democratico aveva poi segnalato, sempre in Commissione, anche l’assenza di via Giorgio Regnoli, mentre nella seduta consiliare di ieri una consigliera del gruppo Centrodestra per Forlì ha rilevato la mancanza pure di via Oreste Regnoli. Insomma, un elenco incompleto, ma soprattutto non coerente con la cartografia allegata: il che avrebbe potuto ingenerare incertezze e dubbi interpretativi in sede di applicazione. Il clima in Commissione era assai sereno e i rilievi delle minoranze semplicemente collaborativi: i funzionari presenti hanno tranquillamente dato atto delle difformità e assicurato che avrebbero provveduto alle necessarie correzioni e integrazioni. Senonché, nella seduta di ieri il testo della delibera sottoposta all’approvazione del Consiglio non era mutato di una virgola. A questo punto abbiamo suggerito di risolvere il problema con una semplicissima integrazione dei luoghi mancanti, che non avrebbe necessitato nemmeno della presentazione di un emendamento. La maggioranza, tra ammissioni e omissioni, ha invece impiegato tre ore per partorire un emendamento confuso e pasticciato, un classico esempio di toppa peggio del buco, che in sostanza demanda alla cartina la soluzione di ogni problema di individuazione, il che però contrasta col principio interpretativo corrente per cui, in caso di difformità tra cartografia e disposizioni scritte, sono queste ultime a prevalere” continuano i consiglieri di minoranza.

Si tratta di una soluzione evidentemente imprudente e contraddittoria: il risultato è, infatti, una delibera che contiene al suo interno un elenco di strade e una cartina che non corrispondono l’una con l’altra, con il rischio di produrre incertezza, possibilità di errori e di contenziosi. Abbiamo invitato l’Amministrazione ad evitare questo pericolo, semplicemente rinviando di pochi giorni la discussione in modo da ritornare in Consiglio con un testo chiaro e i relativi allegati tra loro coerenti; questa breve dilazione temporale non avrebbe peraltro influito sull’andamento delle attività economiche dato che, come abbiamo ricordato, una recente delibera della Giunta comunale (n. 91 del 23 marzo 2022) ha: prorogato fino al 15 novembre le concessioni per i dehors in essere e rilasciate in base alla normativa emergenziale Covid, cioè con estensioni autorizzate sino al 200% della superficie interna di somministrazione (il doppio rispetto a quanto previsto dal nuovo regolamento); consentito di richiedere nuove concessioni di suolo pubblico in deroga. Niente da fare. Mettendo in atto una forzatura del tutto immotivata e priva di giustificazioni, data l’importanza dell’argomento, la maggioranza ha voluto ad ogni costo votare un regolamento pasticciato e confuso, a tutto svantaggio della chiarezza e certezza delle norme, che rappresenta invece un bene primario per gli operatori economici che intendono effettuare investimenti. Questi i fatti. Resta da chiedersi se c’era bisogno davvero di arrivare a questo, a bloccare il Consiglio per tre ore e poi uscirsene addebitando alla minoranza responsabilità facenti invece capo esclusivamente ad un’Amministrazione che non è nemmeno capace di confezionare correttamente gli atti che sottopone al Consiglio” concludono i consiglieri di Forlì e Co. Giorgio Calderoni Federico Morgagni.