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Il Liceo Morgagni vola a Pamplona sulle ali dell’immaginazione

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Sabato pomeriggio al teatro Tiffany di Forlì, si è concluso il laboratorio teatrale “Audiodramma: un universo multisensoriale” che ha visto impegnate per tre settimane consecutive le classi 3°AL ESABAC, 3°BL e 3°CL del Liceo Classico G.B. Morgagni di Forlì, guidate da Ivonne Lucilla Simonetta Grimaldi, tutor di teatro e interculturalità e María Isabel Fernández García, docente di lingua e letteratura spagnola, entrambe in servizio presso il DIT (Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna con sede a Forlì).

Il laboratorio teatrale che nasce nell’ambito del progetto Voci del Dit/Voci dal Dit, ideato e realizzato dal Centro di Studi Trasversali su Teatro e Interculturalità (TraTeÀ) presso Dipartimento di Interpretazione e Traduzione (DIT) dell’ Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Campus di Forlì – é stato pensato per la settimana delle lingue, quella in cui di solito i ragazzi dell’indirizzo linguistico, nell’era pre Covid, prendevano parte allo scambio o al soggiorno.
L’obiettivo, per le docenti del dipartimento di spagnolo, era far sì che i ragazzi vivessero un’esperienza nuova, immersi nella lingua e trascinati in un viaggio di esplorazione interna, alla riscoperta del proprio corpo e della propria immaginazione, per poi far “viaggiare” a loro volta il pubblico e recuperare, in questo modo, la dimensione della vita reale, fatta di incontri e di vissuti veri.

Gli studenti delle classi terze hanno così immaginato di fare un viaggio verso la città di Pamplona dove hanno potuto rivivere tante prime volte adolescenziali, così come raccontano gli autori del libro “Primera Vez”, Ignacio Aranguren e Javier Izcue, da cui è stato tratto l’adattamento teatrale.
“Dopo aver trascorso le prime ore introducendo il tema della letteratura di viaggio, ci siamo cimentati nella scoperta del nostro corpo, tramite la pratica di esercizi vocali, motori e respiratori – spiegano gli studenti della 3°Al Esabac – aggiungendo inoltre che “l’opera ha come obiettivo quello di immergere lo spettatore nella vita adolescenziale, raccontando prime esperienze riguardanti temi quali l’innamoramento e l’attrazione, le prime trasgressioni, la difficile accettazione delle norme sociali o morali, le difficoltà delle relazioni interpersonali, l’emarginazione”.

Ripercorrere ed esplorare con la voce i dialoghi di tanti coetanei ha permesso alle esperte di lavorare sulla pronuncia, la prosodia e l’intonazione; ai ragazzi ha consentito di apprendere lessico nuovo, affrontare la timidezza ed i propri limiti prendendo, così, fiducia in sé stessi. Forse, però, la conquista più ardua è stata imparare a cooperare all’interno di un gruppo, accettando, accogliendo, spronando, stringendo i denti per arrivare alla meta comune, come testimoniano anche gli studenti. “Per noi è stata un’esperienza completa e molto arricchente, sia dal punto di vista linguistico che umano. Abbiamo percepito un clima di unione, complicità e partecipazione da parte di tutti, che ha favorito una grande crescita personale attraverso lo scambio di opinioni, la solidarietà e lo sviluppo delle cosiddette “soft skills”, come il problem solving e la versatilità” scrivono gli studenti della 3°Al Esabac nell’articolo da loro creato per il sito della scuola; Mara di 3°CL invece spiega: “questa esperienza ci ha resi uniti come non lo eravamo mai stati.

Lavorando tutti a stretto contatto abbiamo scoperto lati, gli uni degli altri, che non conoscevamo, divertendoci e scherzando tutti insieme. Abbiamo avuto modo di conversare al di fuori dell’ambito scolastico, senza mai creare divergenze all’interno del gruppo classe” e anche Ruth di 3° BL ci tiene ad aggiungere che “è stata un’ esperienza davvero bella, un’opportunità per scoprire delle capacità che non ero certa di avere. Lavorare con Ivonne è stato molto divertente, educativo e gratificante. Ho imparato tante cose rispetto all’importanza che ha la comunicazione attraverso il linguaggio del corpo. Inoltre, come classe, ci ha dato l’opportunità di avvicinarci meglio al concetto di unione e solidarietà, cosa per niente scontata nell’ambiente scolastico.”

Ogni laboratorio, della durata di una settimana, si è concluso con uno spettacolo aperto ad un pubblico selezionato di docenti, genitori ed amici, registrato anche come “audiodramma” dal maestro Roberto Costa, famoso autore e produttore artistico che ha lavorato per più di 30 anni insieme al cantautore bolognese Lucio Dalla.
Particolarmente bello è stato il fuori programma di sabato 9 aprile, che ha visto fra il pubblico anche 2 ragazzi spagnoli, in stage con UNISER proprio a Forlì.
Le classi hanno anche sostenuto una causa importante, quella della raccolta fondi per Avsi e il progetto “Abbracci senza confini”, coordinato dal dipartimento di Religione in seno alle esperienze di P.C.T.O. della scuola, con cui si è contribuito all’adozione a distanza di Ashiraf, un bambino ugandese di otto anni.

Come ha detto il Dirigente Marco Lega alla fine di uno degli spettacoli: “I ragazzi sono la parte migliore della scuola e vederli sul palco così concentrati, aggraziati ed espressivi è una grande soddisfazione “. Proprio per questo le docenti organizzatrici Giulia Bragaglia, Pamela Gianfelice, Jenny Laghi e Claudia Pastorelli, con la collaborazione della collega Antonella Antonelli, ormai in pensione ma sempre attiva nell’ambito della didattica, ci tengono a ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile il progetto, perché la scuola dà il meglio di sé quando esce dai suoi confini e, parafrasando Isabel Fernández,”si fa carne”.