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Dissenso studentesco sulla nuova direttiva di ateneo per gli esami in presenza

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Ultimo aggiornamento:

Come sindacato studentesco Unione degli Universitari (UDU) Forlì riteniamo inadatto che, a sessione già in corso, vengano modificate le modalità con le quali la popolazione studentesca può o meno dare gli esami all’Università di Bologna. Il cambiamento repentino da misto a obbligatoriamente in presenza, nel mezzo della sessione invernale e con i contagi in aumento, non darà alcuna possibilità di organizzazione agli studenti e le studentesse che colti all’improvviso si vedono stravolti il piano di studi che pensavano garantito fino a pochi giorni prima. Inoltre, non riteniamo corretta la disparità che si presenterà tra chi riuscirà a terminare la sessione entro gennaio e chi sfortunatamente no, data l’imminente e arbitraria applicazione della direttiva, che entrerà in vigore dal 1° febbraio” si legge in una nota dell’Unione degli Universitari.

Tuttavia – continua – lo scopo non può e non deve essere opporsi per principio bensì trovare delle soluzioni. Nel momento in cui gli organi maggiori dell’Università hanno accettato questo cambiamento, l’unica possibilità rimasta in mano agli studenti e le studentesse è quella di richiedere un ampliamento delle categorie escluse dalla possibilità di poter comunque scegliere la modalità a distanza, al fine di rendere possibile l’accesso agli esami al maggior numero di persone“.

Come UDU Forlì crediamo – dichiara Gaia Mascioli portavoce dell’associazione studentesca – che le problematiche scaturite dallo scarso preavviso, debbano essere ammortizzate tramite una rielaborazione delle stringenti categorie di coloro che avranno la possibilità di sostenere gli esami a distanza. Il panico è dilagato tra studentesse e studenti in questi giorni e riteniamo impensabile che le loro voci non vengano prese in considerazione nella situazione attuale”.

Fino al 31 maggio potranno essere esonerati dall’obbligo di presenza alle prove d’esame: studenti internazionali in iscrizione; studenti in Erasmus, Overseas o in altra mobilità in entrata e uscita; studenti fuori sede, con residenza in un Comune la cui distanza dalla sede del corso frequentato sia percorribile, con i mezzi di trasporto pubblico, in un tempo superiore a 90 minuti; studenti in condizioni di disabilità, malattia o quarantena.

Ci chiediamo, secondo tali decisioni, come dovrebbero sostenere il previsto cambiamento gli studenti non vaccinati o in condizioni di salute fragili o conviventi con soggetti fragili, studenti lavoratori che, in relazione alla zona di provenienza, necessitino di mezzi di trasporto a lunga percorrenza, col conseguente rischio di esposizione al contagio, studenti impossibilitati ad essere presenti il giorno dell’esame per motivazioni legate alla somministrazione del vaccino prevista per il giorno dell’appello, il giorno immediatamente precedente o quello immediatamente successivo. A dimostrazione del dissenso della popolazione universitaria nei confronti di questa manovra, UDU ha lanciato un questionario aperto a tutti gli studenti e le studentesse dell’ateneo, raggiungendo un corposo numero di risposte in meno di 24 ore. Richiediamo, l’inserimento di queste categorie, oltre a quelle già presenti, almeno fino alla fine della sessione invernale perché non si può accettare una gestione affrettata e disfunzionale delle modalità d’esame che è alla base di quelle che dovrebbero essere le garanzie al nostro diritto di studio“.