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Partite Iva al Terzo Settore. Molea: «Il governo ci ripensi, a rischio migliaia di enti»

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Assoggettare alla disciplina Iva le associazioni sociali e sportive, aggiungendo poi i costi Iva per le società sportive sarebbe un duro colpo per la promozione sociale e sportiva che tanto welfare garantisce nel Paese: basta chiacchiere, la politica si prenda cura del Terzo Settore anche con i fatti. Il Governo cancelli l’articolo 5 del decreto fiscale”. Così Bruno Molea presidente di AiCS – Associazione italiana cultura sport – e coordinatore della Consulta Sport e Benessere all’interno del Forum Terzo Settore, tuona contro il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022 appena approvato dal Senato.

Pur definendone l’esenzione, il testo farebbe comunque rientrare le organizzazioni no profit all’interno della disciplina Iva: se ne deduce che migliaia di associazioni sportive dilettantistiche o migliaia di associazioni di promozione sociale con spacci di alimenti e bevande dovrebbero aprirsi da gennaio la Partita Iva, con i costi e la burocrazia che ne consegue – spiega Molea -. E di più: le società sportive dilettantistiche, poi, nemmeno sarebbero esenti da Iva per un ulteriore aggravio. Questo è un tema che ritorna e che puntualmente dimostra la non conoscenza del Terzo Settore da parte di chi siede in Parlamento: inaccettabile”.

Inaccettabile, dice Molea, specie nei mesi dell’entrata in vigore del Registro unico nazionale del Terzo Settore e nel momento storico in cui l’associazionismo dovrebbe invece essere sostenuto nella difficile ripresa post-pandemica. “L’emergenza non è ancora finita – aggiunge il presidente Molea -. Scongiuriamo le chiusure e ogni giorno incrociamo le dita perché ciò non avvenga, stiamo ancora cercando di ricucire le ferite provocate dai due lockdown dello scorso anno, e ora questo. La politica e le istituzioni solo a parole ci dimostrano di conoscere il Terzo Settore e poi invece non allineano le azioni alle promesse. Eppure oggi la ripresa della normale socialità, il benessere psicofisico delle comunità, specie dei giovani e degli anziani tra i più provati dalla pandemia, dipende proprio dal Terzo Settore. Il Governo ci ripensi e cancelli l’articolo 5 del decreto fiscale”.