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Laboratorio di psicologia per gli studenti di Medicina: esperienza unica a Forlì

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Partite le attività dei nuovi laboratori didattici del Padiglione Valsalva dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì con Katia Mattarozzi, docente di psicologia generale del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna, assieme alla sua collaboratrice Arianna Bagnis. “Si tratta di un’esperienza unica quella che stiamo realizzando al Corso di laurea di Medicina di Forlì con il Cold Pressure Test – spiega Katia Mattarozzi -. Per un futuro medico è davvero fondamentale riuscire ad apprendere a livello esperienziale il dolore. E’ una esperienza sempre soggettiva, che dipende da molti fattori: esperienze pregresse, paura, aspettative, ansia anticipatoria, etc… I nostri test stanno dimostrando che qualsiasi situazione che diminuisce ansia e paura diminuisce anche il dolore. Le persone malate e isolate socialmente percepiscono di più il dolore“.

Nello specifico, nel nostro laboratorio lo studente viene sottoposto ad un Cold Pressure test per valutare le variabili sociali che possono influire sulla percezione del dolore – prosegue la professoressa Mattarozzi – ha l’obiettivo di far acquisire agli studenti, attraverso simulazioni pratiche, delle conoscenze relative a come funziona la nostra mente, ovvero lo studio dei processi cognitivi ed emozionali e come essi consentono di relazionarci con il mondo esterno. Una delle attività del Laboratorio di Psicologia vuole rendere consapevole lo studente, futuro medico, che il dolore è un’esperienza soggettiva (International Association for the Study of Pain 2020) influenzata da diversi fattori, tra questi i tratti di personalità, l’esperienza pregressa e le aspettative, la paura e l’ansia associata alle esperienze che possano indurre dolore, e le caratteristiche del contesto sociale“.

«Attraverso una procedura di induzione sperimentale del dolore, il Cold Pressure Test – conclude – lo studente avrà la possibilità di apprendere in modo diretto (experiential learning) non solo un metodo per studiare la percezione del dolore ma anche come vengono “operazionalizzate” in laboratorio i fattori che ne modulano l’intensità. I test hanno dimostrato che un paziente che si trova con persone non affettivamente rilevanti per lui prova più dolore. La fiducia agisce sul dolore. Questo avvalora ancora una volta l’importanza della relazione tra medico e paziente» (nella foto, da sinistra la professoressa Mattarozzi, la sua collaboratrice Arianna Bagnis e la studentessa Ilenia Altizio).